5,7 milioni sono le persone in povertà assoluta in Italia, l'8,5 per cento della popolazione. Dieci anni fa erano la metà. Il dato cresce nelle famiglie straniere dal 28,9 per cento del 2022 al 30,8 dello scorso anno, sale addirittura del 21 nelle coppie con 3 o più figli, e colpisce le famiglie monoparentali con un minore incidendo per il 13,3 per cento.

Tra le cause, la disoccupazione ma anche il lavoro povero, precario e in nero che non garantisce la sicurezza finanziaria. Intanto secondo Oxfam dall’inizio della pandemia a novembre 2023 i miliardari italiani sono passati da 36 a 63, e il valore dei loro grandi patrimoni è cresciuto del 46 per cento.

Il Paese delle disuguaglianze

Benvenuti nel Belpaese delle disuguaglianze, dove la Giornata internazionale contro le povertà, indetta dall’Onu per il 17 ottobre, ha sempre più senso che sia celebrata. È un’Italia a due velocità, che toglie ai poveri per dare ai ricchi. Le misure adottate dal governo Meloni, infatti, introdotte dalla legge 85/2023, non sono adeguate né tanto meno efficaci e rischiano di aggravare una situazione già drammatica.

Dal reddito all’assegno

Come ricorda l’Alleanza contro le povertà, composta da una cordata di realtà sociali tra cui la Cgil, i beneficiari dell’assegno di inclusione e del supporto alla formazione e lavoro sono poco più della metà rispetto a quelli del reddito di cittadinanza. Secondo gli ultimi dati dell'osservatorio Inps, su un totale di 1.324.104 nuclei che avevano percepito almeno una mensilità di Rdc nel primo semestre del 2023, 695.127 sono quelli che hanno avuto accesso all'assegno nello stesso periodo del 2024.

Povertà alimentare

Un’inchiesta dell'economista Andrea Segrè e dell’accademica Ilaria Pertot, “La spesa nel carrello degli altri”, rivela che per riuscire ad arrivare a fine mese un cittadino su tre è costretto a indirizzarsi verso prodotti a ridosso della scadenza o esteticamente poco attraenti, uno su due ad acquistare online, a caccia di offerte migliori.

Ad aggravare la situazione è stata l’inflazione: la spesa media effettiva delle famiglie, in termini reali, è diminuita di un ulteriore 1,8 per cento nell’ultimo anno, dopo le riduzioni del 2022 e del 2023. Una dinamica dalle conseguenze particolarmente gravi al Sud, il cui indice di insicurezza alimentare è risultato del 26 per cento superiore a quello del Centro e del Nord, impennandosi del 280 per cento nel cosiddetto ceto popolare rispetto alla media nazionale.

In particolare l’inflazione ha visto l’aumento dei prezzi dei generi alimentari nel 2023, e ha determinato l’incremento della spesa per le famiglie del 9 per cento per i prodotti food, e questo ha pesato soprattutto sulle fasce più deboli. Per riempire il carrello contribuisce davvero poco l’esiguo 1 euro e 30 centesimi al giorno messo a disposizione dalla social card.

Problema globale

La povertà non è un male solo italiano: quella estrema colpisce circa il 9 per cento della popolazione mondiale, pari a quasi 675 milioni di persone, e il 6,8 per cento dei cittadini europei, circa 23,2 milioni di individui. A queste si aggiungono 94,6 milioni di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale: minori e donne i più vulnerabili. Questi numeri sono la conseguenza delle politiche di austerità avviate dopo la crisi finanziaria del 2008, che hanno ridotto la capacità dei welfare europei di assicurare protezione alle famiglie in povertà.

Le proposte dell’Alleanza

Per fare fronte a una situazione sempre più grave, in occasione della Giornata internazionale, l’Alleanza contro la povertà lancia quattro proposte al governo: una misura di contrasto universalistica e strutturale, rivolta a tutte le famiglie e le persone in povertà assoluta; il recepimento nella legge di Bilancio degli emendamenti presentati dall’Alleanza, per migliorare l'efficacia delle misure di contrasto esistenti; l’avvio di un monitoraggio, a livello territoriale e nazionale; un nuovo approccio al tema che riconsideri un rilancio delle politiche di welfare e dei sistemi di infrastrutturazione sociale e del lavoro.

La mobilitazione Cgil

Anche quest’anno “la Cgil sarà mobilitata su tutto il territorio nazionale, a partire da Roma, in piazza Capranica dalle ore 16.00 assieme a tutti i soggetti impegnati attivamente a contrastare la povertà e le diseguaglianze sociali nel nostro Paese". È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale.

“Sono ormai passati trentadue anni da quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituì questa Giornata, chiedendo ai governi di ricostituire istituzioni e sistemi che mettano al centro le persone e i loro bisogni. Questo – sottolinea la Cgil – richiede un impegno forte e un concreto investimento nel lavoro, di qualità e adeguatamente retribuito, nelle opportunità di formazione e apprendimento e in un’efficace rete di protezione sociale per creare le condizioni per uscire dalla povertà”.

Per la Confederazione il Governo Meloni “ha risparmiato su povertà, fragilità e disagio, fingendo di ignorare che una persona su dieci vive in povertà”. “Un Paese – si legge ancora nella nota – dove si è poveri pur lavorando quando le condizioni retributive e di lavoro sono inadeguate; in cui si è più poveri se si vive in affitto; dove si è più poveri nel Mezzogiorno, con diseguaglianze destinate a crescere se non si interverrà rapidamente”.