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“È necessario mettere al centro dei processi di cambiamento energetico i lavoratori. Si parla della necessità della resilienza nel processo di transizione ai nuovi modelli, ma se le persone saranno marginalizzate in questo percorso il rischio è che si possa generare, invece, una resistenza”. Così Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil, questa mattina nel suo intervento al convegno 'Transizione energetica, impatto sociale', organizzato dalla Filctem.
“Il cambiamento - ha continuato il leader sindacale - si deve sviluppare in un processo di crescita generale. Abbiamo bisogno di un modello di sviluppo nuovo e migliore del precedente che, in tal senso, faccia i conti con la realtà industriale del nostro Paese, sia i grandi player che le piccole e medie imprese, insieme sono il motore della nostra economia”.
“Per anni - ha fatto notare il sindacalista -, i governi hanno finanziato il mercato delle fonti rinnovabili con il sostegno all’acquisto di queste tecnologie, quasi sempre di manifattura estera. Ma non abbiamo mai pensato di finanziare lo sviluppo di produzioni di queste tecnologie rinnovabili. Con questi finanziamenti, non si è generato un solo posto di lavoro. Serve una politica industriale che porti allo sviluppo, nel nostro paese, di filiere in grado di produrre la tecnologia necessaria alla transizione”.
“Siamo stati spesso accusati d’essere distanti dai temi della sostenibilità. Ma la nostra è un’organizzazione con una profonda storia di lotta ambientale. Da Seveso in poi, nei contratti che abbiamo sottoscritto, nazionali ed aziendali, abbiamo inserito norme che hanno anticipato di anni le successive direttive europee sull’ambiente”: ha concluso l'esponente Cgil.