“Al ministro Marco Centinaio abbiamo ribadito quella che è la priorità della Cgil: estendere la norma generale dello stato di calamità per le gelate del 2018 agli operai agricoli, così come abbiamo detto essere insufficienti le risorse per far fronte alle drammatiche conseguenze che la diffusione della Xylella ha avuto anche sui lavoratori, che hanno perso e perderanno milioni di giornate di lavoro”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, a margine dell’incontro con il responsabile del dicastero dell’Agricoltura, tenutosi stamattina presso la Prefettura di Bari, sulle avversità climatiche che il settore primario ha subìto lo scorso anno.
“Abbiamo chiesto a governo e Parlamento d'integrare quanto previsto, con riconoscimenti a favore di lavoratrici e lavoratori coinvolti, attivandosi anche per modificare l’articolo 1 della legge 247/ 2007 sulle calamità naturali, nel senso di riconoscere ai lavoratori agricoli a tempo determinato, per i due anni successivi a quello per cui le imprese hanno fruito dei benefici di legge, un numero di giornate pari a quelle accreditate l’anno precedente. Misura che consentirebbe ai lavoratori di accedere a tutele fondamentali, almeno sul versante della disoccupazione agricola e della contribuzione previdenziale”, dice Antonio Gagliardi, segretario generale Flai Puglia.
Quanto alla Xylella, Gesmundo ricorda come “le organizzazioni agricole stimano un danno che al momento supera il miliardo, in una regione che rappresenta da sola oltre il 30% della produzione nazionale e la prima per estensione delle colture. Serve pensare alle grandi imprese così come ai piccoli agricoltori – in una realtà dove la proprietà fondiaria è fortemente parcellizzata – e allo stesso modo all’indotto, a partire dagli oleifici. Serve un intervento equo, a sostegno di chi sta pagando per questa infestazione. Nel Salento, siamo di fronte a una ecatombe del sistema olivicolo”.
“Stiamo parlando di un asset strategico nel sistema economico pugliese, che comporta ricadute anche sul versante paesaggistico e quindi turistico. Nello stesso tempo, serve anche pianificare uno sviluppo agricolo del futuro, per far fronte agli espianti e alla perdita di reddito per imprese e operai agricoli. Puntando sempre sulla qualità delle produzioni, che è e deve essere sempre di più un marchio dell’agroalimentare della Regione. Per fare tutto questo servono interventi legislativi e risorse, servono risposte concrete e universali, e non parziali e insufficienti come sono quelle predisposte finora. Attendiamo i prossimi provvedimenti, quindi, per esprimere un giudizio sull’operato del ministero”, conclude il segretario regionale Cgil.