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I giovani sono una priorità trasversale a tutte le missioni e le componenti del Pnrr elaborato dal governo, “ma non viene fornita una stima complessiva di quante risorse siano loro destinate”. È quanto osserva la Cgil nelle sue Valutazioni sul Piano nazionale di ripresa e resilienza
La confederazione rileva che la Missione 1 del Pnrr (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) “ha un impatto diretto sui giovani con riferimento al reclutamento e alla valorizzazione del capitale umano nell’ambito della Pubblica amministrazione”. Un contributo verrà anche “dalla creazione di Poli territoriali per il reclutamento”, e da “formazione, co-working e smart-working”. Anche il programma di diffusione culturale nelle scuole e il Servizio civile digitale hanno l’obiettivo di rafforzare le competenze digitali dei giovani.
Gli investimenti e le riforme sulla transizione ecologica della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) “contribuiscono alla creazione di occupazione giovanile in tutti i settori toccati dal Green Deal Europeo, tra cui le energie rinnovabili, le reti di trasmissione e distribuzione, la filiera dell’idrogeno”, osserva la Cgil.
Gli investimenti previsti dalla Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile) “dal punto di vista generazionale rafforzano le opportunità di mobilità fondamentali per la formazione dei giovani e per il loro inserimento nel mondo del lavoro”.
La Missione 4 (Istruzione e ricerca) è “interamente rivolta ai giovani”, osserva la Cgil: “Interviene su tutto il ciclo dell’istruzione e della ricerca, in risposta alle raccomandazioni specifiche della Commissione europea sull’Italia, che invitano a stimolare gli studi in campi attinenti ai settori ad alta intensità di conoscenza. Il Pnrr intende migliorare le competenze di base e la riduzione dei tassi di abbandono scolastico, e permettere allo stesso tempo di ridurre le distanze tra istruzione e lavoro, anche grazie alla riforma e allo sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (Its). Gli investimenti previsti facilitano l’accesso all’istruzione universitaria, con nuove borse di studio e le opportunità per i giovani ricercatori, con l’estensione dei dottorati di ricerca.
La Missione 5 (Inclusione e coesione), infine, prevede investimenti specifici sulle politiche di formazione e di occupabilità dei giovani. “Nel Piano nazionale nuove competenze - rileva la Cgil - sono inserite misure specifiche in favore dei giovani e dei Neet. In particolare, saranno potenziati il sistema duale e l’istituto dell’apprendistato, con risorse pari a 600 milioni di euro, soprattutto nelle aree più marginali e periferiche. Si potenzia il Servizio civile universale e i giovani saranno coinvolti dalle misure relative alle infrastrutture sociali e alle case popolari, nonché dal rafforzamento dei servizi nelle aree interne”.