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Il completamento dell’Agenda Comunitaria 2014-2020 con i suoi 4 miliardi ancora da utilizzare da qui al 2023, la nuova Agenda 2021-2027, con risorse ancora da destinare, il Recovery Plan e gli altri strumenti finanziari, sono una straordinaria opportunità, irripetibile e per questo decisiva, per affrontare la crisi sociale, economica, produttiva e occupazionale della nostra regione. Sono stati questi alcuni dei temi affrontati nel corso del seminario online “Fondi strutturali europei: quale futuro per la Campania?” promosso da Cgil Campania e Cgil Napoli, che potete rivedere sul nostro sito.
Al seminario, coordinato da Giovanni Sannino, referente Fondi Strutturali della Cgil Napoli e Campania, hanno partecipato Camilla Bernabei, segretaria Cgil Napoli e Campania, Anna Teselli, responsabili Fondi Strutturali Cgil Nazionale, Maria Grazia Falciatore, vice Capo di Gabinetto della Regione Campania, il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci e Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil Nazionale.
"Oggi abbiamo tenuto un importante seminario con il nostro gruppo dirigente, aperto anche all'esterno sui nostri social, in merito ad una discussione seria e centrale in questa fase, che riguarda i fondi strutturali e straordinari che ci deriveranno dall'Europa. Abbiamo ragionato su quali debbano essere le priorità della Campania, partendo dalla considerazione che la nostra regione, per quanto riguarda le risorse ordinarie, ha poca disponibilità finanziaria. Parliamo di soli 20 milioni di euro previsti in bilancio. Bisogna quindi ragionare di fondi europei, di next generation EU e di Recovery Fund", ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, nel suo intervento.
"Il governo Conte - ha affermato Ricci - ci ha lasciato un Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, sul quale è però mancato un confronto con le parti sociali. E questa mancanza di costante confronto con le parti sociali è stata anche una delle tante debolezze politiche del governo. Il PNRR individua sei mission importanti: tra queste noi riteniamo centrali il Mezzogiorno, i giovani e le politiche di genere, con particolare attenzione alle donne. L'Istat, in questi giorni, a questo proposito ha documentato la grave, drammatica situazione dell'occupazione, il calo del Pil e la crisi che colpisce maggiormente i giovani e le donne".
"La gestione dei fondi 2014/2020, da parte della Regione Campania - secondo Ricci - ha evidenziato un limite: la programmazione e l'individuazione dei progetti ha avuto una realizzazione parziale certificata pari solo al 36%. Questo limite rappresenta più di una riflessione affinché quegli errori e quello scarto tra programmazione e realizzazione non si ripetano per il 2021/2027. Nel contempo, da parte nostra, abbiamo segnalato quali debbano essere le priorità in merito al Recovery Plan da 310 miliardi, che riguardano la sanità, i trasporti, la scuola, una modernizzazione della pubblica amministrazione e come creare occupazione e mettere in campo le politiche industriali. In Campania manca una classe dirigente e politica che abbia gli strumenti e la possibilità di programmare al meglio l'utilizzo dei fondi. E' un limite che va superato e il sindacato non si sottrae al confronto". "In questo seminario - ha concluso Ricci - abbiamo esplicitato le nostre linee guida. Le priorità sono tante, ma bisogna essere anche realistici. C'è un tema che riguarda la rigenerazione dell'apparato socio-economico in crisi, c'è un'esigenza legata alle aree interne di questa regione e al ruolo dell'area metropolitana di Napoli. In questa scala, che si sta sempre di più allargando, delle diseguaglianze sociali, i fondi possono rappresentare un primo importante elemento per il rilancio della Campania".
Il seminario è stato coordinato da Giovanni Sannino, referente fondi strutturali Cgil Campania. “Sul tavolo del confronto nazionale ed europeo – ha ricordato Sannino – c’è la riforma del partenariato, con la consapevolezza di chiedere più spazio e soprattutto più cogenza per le forze sociali e, in particolare, sindacali alle quali va attribuito un ruolo partecipativo fin dalla fase di selezione e programmazione delle scelte”. Secondo Camilla Bernabei, della segreteria Cgil Napoli e Campania, che ha aperto la serie degli interventi, “gli investimenti programmati diventano opportunità di rilancio, sviluppo ed occupazione, ma anche l’avvio per un piano più ampio di politiche industriali e di sviluppo che possa costruire o ricostruire filiere produttive, agganciando la digitalizzazione e la riconversione verde”. “Abbiamo bisogno – ha ribadito Bernabei - di avere uno sguardo alle prospettive del Paese, individuando quegli obiettivi necessari per determinare un cambiamento e una trasformazione verso una società più equa, più giusta, più sostenibile”.
Cifre e dettagli sui fondi strutturali sono stati forniti, nel corso del seminario, da Anna Teselli, responsabile fondi strutturali per la Cgil Nazionale e Maria Grazia Falciatore, vice capo Gabinetto responsabile della Programmazione Unitaria Regione Campania. Le conclusioni sono state affidate al segretario confederale Cgil, Giuseppe Massafra. “Questo – ha detto Massafra – è un percorso di lavoro sul quale stiamo investendo tanto. La discussione sulla programmazione delle risorse europee è fondamentale per una strategia complessiva che sia in grado di costruire un nuovo modello di sviluppo con elementi di cambiamento che aiutino ad uscire da questa crisi”. “La programmazione dei fondi – ha concluso Massafra – richiama il sindacato ad un decisivo ruolo di responsabilità per stare dentro e governare questi processi, in un’ottica di confronto e di messa in rete dei fabbisogni di tutti”.