Una scelta inopportuna. Così la Flc Cgil definisce, in una lettera aperta al titolare del dicastero dell’Istruzione, Marco Bussetti, la decisione di presenziare come relatore al congresso mondiale delle famiglie di Verona, palcoscenico di un'idea retrograda della famiglia e della donna.
'Quando parliamo di scuola, pensiamo alla scuola della Costituzione, una scuola aperta a tutte e tutti i cittadini, che hanno uguali diritti e pari dignità sociale. Le famiglie che delegano la formazione di ciò che hanno di più caro al mondo non sono solo quelle naturali, eterosessuali e unite nel matrimonio e il sistema che il ministero dell’Istruzione amministra dovrebbe condividere i principi di libertà e di ricerca dell’insegnamento, insieme a quelli della solidarietà, dell’integrazione contro ogni forma di pregiudizio e marginalizzazione. Tutto ciò, è nettamente in contrasto con quanto esprimerà il congresso di Verona, dove – scrive la Flc – Le chiediamo fermamente di non andare’.
‘Condividere la ribalta con chi sostiene un’immagine arcaica della donna, relegata al compito prioritario di moglie e madre, è un’offesa per tutte le donne lavoratrici che, come Flc, rappresentiamo. Le docenti sono più dell’80% del totale e Le ricordiamo che l’occupazione generalizzata delle donne ha segnato l’evoluzione sociale ed economica dell’Italia. Questo passaggio non si può ignorare, come vorrebbe la testimonianza di molti relatori che saranno presenti al congresso. Sacrificare il ruolo partecipativo femminile, invocando la preistoria dei diritti “per proteggere la nazione dalla denatalità” è argomento che ci tiene - conclude la nota - eticamente e ideologicamente lontani dall’evento di Verona, nel nome della scuola e della cornice istituzionale che crediamo essa meriti. Per questo, assieme alla Cgil, saremo in piazza il 30 marzo, per l’iniziativa "Verona libera, Italia laica", affinchè la storia non torni indietro'.