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Donne determinate, portatrici di cambiamento, in lotta contro le discriminazioni, gli stereotipi e i linguaggi, le violenze e le molestie, sul lavoro come su ogni aspetto della vita quotidiana, intrisa di una cultura patriarcale. Donne per i diritti e per l’uguaglianza di genere. Donne in cammino, che sono qui per il potere, per fare rumore, per contare. Si è tenuto in questi giorni, in un splendida cornice catanese, l’Assemblea delle donne della Fisac Cgil. Un appuntamento unico nel panorama sindacale: la Fisac è, infatti, l’unica categoria degli attivi della Cgil ad avere un coordinamento donne nazionale previsto nello statuto.
Circa 170 delegate, in rappresentanza di tutti i settori della categoria, si sono riunite dal 29 al 31 gennaio. Con loro Susy Esposito, segretaria generale della Fisac Cgil, e Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil nazionale. Decine e decine gli interventi, le storie, di vita e di lavoro, i momenti di approfondimento e di confronto, di studio e di riflessione, che si sono poi conclusi con l’elezione del nuovo coordinamento e del nuovo esecutivo. Quest’ultimo, votato all’unanimità dal neo costituito coordinamento nazionale composto da 149 delegate della Fisac Cgil, su proposta della segretaria generale della categoria, Susy Esposito, composto da Mara Del Buono, Giulia Farinelli, Agnese Palma, Barbara Piancatelli e Carla Raimo. Eletta anche la presidenza, sempre all’unanimità, nelle persone di Marcella Magistro e Simona Pedrali.
“Siamo qui perché la nostra voce e il nostro pensiero abbiano valore ma soprattutto perché condizionino le decisioni”, ha detto nel corso del suo intervento la segretaria confederale della Cgil nazionale, con delega alle politiche di genere, Lara Ghiglione, aggiungendo che: “Vogliamo che quello che pensa più del 50% della popolazione del nostro Paese contribuisca a cambiare le decisioni che riguardano tutto il Paese. Vogliamo quello che ci spetta, per non essere discriminate. Dobbiamo mettere in atto dei processi di cambiamento che ci portino potere e ad agire quest’ultimo in maniera diversa da quello che contrastiamo”.
Dopo aver passato in rassegna le scelte di questo governo, “che intende dividerci”, e l’impegno della Cgil per contrastare lo squilibrio di potere, “serve un lavoro quotidiano mirato a un netto cambio di cultura nel nostro Paese”, Ghiglione ha ricordato uno strumento prezioso nelle mani del sindacato: la contrattazione, a partire dalla piattaforma di genere Belle Ciao. “Abbiamo bisogno di fare tantissimo” ha aggiunto la dirigente sindacale, elencando i prossimi appuntamento: il 9 febbraio con l’Assemblea delle delegate, il 22 aprile a Firenze con Belle Ciao a Firenze a 70 anni dalla prima conferenza delle donne lavoratrici della Cgil, e poi l’8 marzo. Su questa data il dibattito sulle forme di mobilitazione è vivo e le posizioni diverse “ma l’importante è che ci sia un avanzamento e che diventi una data di vera lotta delle donne nel nostro paese”.
Nel frattempo ci saranno assemblee unitarie nei luoghi di lavoro sul tema del contrasto alle violenze e alle molestie nei luoghi di lavoro. Insomma, citando Michela Murgia, “mentre gli uomini facevano scale dove giocarsi la guerra gerarchica che ispirava ai cantori le epiche, le donne facevano reti per sopravvivere insieme dove ciascuna da sola sarebbe morta. Facciamo rete, facciamo rumore”, ha concluso Ghiglione.
“Il titolo scelto per questa assemblea racchiude il percorso fatto dalle donne nel nostro Paese, allo stesso tempo segna il cammino da fare per prenderci come donne il giusto spazio per contribuire al cambiamento del modello di sviluppo, fallace perché governato soprattutto dagli uomini”, ha così esordito la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, nell’intervento che ha chiuso i lavori della tre giorni, prima degli adempimenti congressuali.
“Abbiamo fatto una grande rivoluzione femminista, un lungo percorso che non va dimenticato”, ha aggiunto Esposito indicando la mostra sulle donne costituenti rappresentata nella sala: “Le 21 donne costituenti, che a me piace chiamare madri costituenti, hanno reso possibile a tutte noi di andare avanti per un mondo più equo e più giusto. Le chiamo madri perché immagino la nostra Costituzione come una figlia, un atto di amore che guarda al futuro, indicandoci la via maestra. La Costituzione per me è femminile plurale”.
La Costituzione è anche il punto per ragionare sui cambiamenti scellerati perpetrati da questo governo, dal presidenzialismo all’autonomia differenziata, dalla delega sul fisco a quella in bianco sulle retribuzioni. Quest’ultima con l’obiettivo di colpire la contrattazione, introdurre le gabbie salariali, validare i contratti pirata. “Un provvedimento che mette in discussione il contratto nazionale e che colpirà prevalentemente le donne in quanto i soggetti più deboli del mercato del lavoro”, ha puntato il dito Esposito.
Da qui gli appuntamenti che il nuovo coordinamento e il prossimo esecutivo avranno davanti, con momenti specifici di riflessione di natura sindacale, sulle sfide, palesi e nascoste, dell’evoluzione tecnologica, consapevoli dei risultati raggiunti anche con i contratti nazionali di settore siglati, da Ania ad Abi. “Adele Bei – ha concluso Esposito – viene ricordata per la sua umanità, per la piena coscienza degli obiettivi da raggiungere, per le capacità aggregative e organizzative. Perché quando venne inviata al Sud ripeteva una frase che passo a voi e a noi tutte: ‘Occorre mobilitare i compagni per appoggiare il nostro lavoro’. Anche noi assumiamo questo compito nei nostri obiettivi”.