Con i nuovi parametri minimi (900 alunni) che una scuola deve avere per poter continuare a "esistere" – decisi dall'ultima legge di bilancio – la Calabria rischia di subire un colpo durissimo che prevede tagli e accorpamenti. Così come in tutte le realtà del Sud, questo territorio ha negli anni subìto riduzioni fortissime dell'offerta formativa che con queste nuove norme – insieme all'autonomia differenziata – peggiorerà ulteriormente.

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La scuola «ridimensionata»

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Come spiega Raffaele Suppa, dirigente scolastico dell'istituto superiore Morelli-Colao di Vibo Valentia, "la presenza delle scuole sul territorio è fondamentale e il piano di dimensionamento rischia di creare maggiori distanze, di approfondire quelli che sono i divari territoriali. Mentre noi col Pnrr quei divari stiamo lavorando per colmarli: abbandono, dispersione scolastica...".  Con le nuove norme non si potrà avere una scuola diffusa, "un fondamentale presidio di legalità in un territorio come il nostro".

Sulla stessa lunghezza d'onda Mimmo Denaro, segretario generale della Flc Cgil Calabria: "Autonomia differenziata e dimensionamento si incrociano e sono in contrapposizione. Perché da un lato si adottano norme uguali su tutto il territorio nazionale stabilendo un parametro minimo di alunni per scuola, e poi però si vuole fare l'autonomia differenziata: insomma, una contraddizione in termini". 

"Il problema per la nostra Regione – continua il sindacalista – si pone con forza perché è la realtà che in assoluto negli ultimi 15 anni ha avuto il più alto taglio di autonomie scolastiche in Italia per colpa della denatalità. Questa nuova operazione è di natura esclusivamente ragionieristica, perché si basa su un parametro che non risponderà alle esigenze del territorio e quindi impatterà negativamente sulla qualità formativa".