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Dalla dichiarazione di fallimento al ritorno a tempo pieno di tutti i dipendenti, più dieci assunzioni stagionali. È la storia per ora a lieto fine della lavanderia San Giorgio di San Colombano Certenoli, in val Fontana Buona, nell’entroterra genovese, a 40 chilometri dal capoluogo ligure. Lo scorso febbraio l’azienda aveva dichiarato fallimento: prima la crisi e poi l’arrivo del Covid avevano tagliato qualunque prospettiva a un’attività che lavora soprattutto con il settore turistico, come ristoranti e navi da crociera.
“Abbiamo subito contattato il curatore fallimentare per chiedere di dare continuità all’azienda e salvare tutti i lavoratori, 50 dipendenti, più del 90 per cento donne – spiega Massimiliano Chiolo, coordinatore regionale Filctem Cgil Liguria -. Abbiamo coinvolto le istituzioni, il sindaco del paese e chiesto il supporto dei consiglieri regionali. Erano mesi critici e di forte incertezza, ma i dipendenti non si sono mai fermati e hanno continuato a lavorare con la cassa Covid uno o due giorni a settimana, finché non sono arrivate le prima proposte per rilevare l’attività. Chi non era interessato a dare continuità all’azienda non è stato preso in considerazione”. A inizio estate l’ingresso del nuovo proprietario e dal primo luglio sono tornati tutti a lavorare con l’orario completo. “Eravamo senza prospettive in un periodo storico particolare come quello della crisi pandemica – racconta Patrizia, 49 anni, da più di trenta dipendente della lavanderia -. Abbiamo temuto di perdere il lavoro e un pezzo della nostra vita. È un’attività dura quella che facciamo, ma la facciamo con passione. Abbiamo sperato fino all’ultimo e ora, finalmente, abbiamo davanti prospettive e futuro”.
La cassa integrazione è terminata a luglio e l’imprenditore che ha rilevato l’azienda ha fatto una decina di nuove assunzioni stagionali, in attesa di capire cosa succederà con il virus il prossimo autunno. “Le lavoratrici si sono sempre rimboccate le maniche e nessuno ha perso il posto – continua Chiolo -. Questa vicenda conferma che l'unione e la pervicacia dei lavoratori, insieme alla Cgil, hanno permesso di salvare un'attività fondamentale per l'economia della val Fontanabuona. E la nuova proprietà ha intenzione di investire”.