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Insultata dal titolare dell'attività commerciale di Crotone nella quale lavora. Insultata per il suo aspetto fisico. A lei la Filcams Cgil Calabria ha espresso solidarietà e vicinanza.
"È indegno, oltre che incivile, subire discriminazioni e insulti per il proprio aspetto fisico, cosa che non è rara, purtroppo, nelle attività commerciali, soprattutto nei confronti delle donne. L’aspetto fisico non può essere una colpa, l’idiozia e lo sfruttamento lo sono".
Il sindacato di categoria ha sottolineato il coraggio della donna per aver deciso di raccontare una pratica odiosa che tutti conoscono, ma sulla quale in pochi intervengono, comprese le associazioni datoriali, "che dovrebbero farlo almeno per contrastare la concorrenza sleale e l’evasione fiscale: il contratto è solo un foglio di carta, la paga la stabilisce il titolare; neanche fossimo nel medioevo!".
La Filcams calabrese ha invitato gli organismi competenti a ispezionare l’attività commerciale per controllare la corretta applicazione del contratto nazionale verso i dipendenti e per verificare se abbia ricevuto incentivi o bonus da parte dello Stato in questo periodo di pandemia. "Sarebbe il caso, vista la mancanza di rispetto delle leggi, della Costituzione e della società civile, di chiederne la restituzione, poiché soggetti del genere non meriterebbero di lavorare nel nostro Paese... incentivarli sarebbe davvero troppo!".
"La Filcams Cgil Calabria, che nei mesi precedenti ha promosso la campagna “fimmina” per dare valore al lavoro delle donne, sarebbe lieta di incontrare questa coraggiosa “fimmina” di Crotone per confrontarsi su quanto accaduto e per contribuire con l’impegno di tutto il gruppo dirigente a fare in modo che certi spregevoli episodi non debbano più accadere".