“Una recessione annunciata". Non sorprendono i dati diffusi oggi dall'Istat: "Purtroppo era chiaro sin dall’inizio che la pandemia Covid-19 avrebbe portato una crisi economica, diffusa e simmetrica, sia dal lato della domanda che dell’offerta. Per questo abbiamo chiesto da subito misure economiche straordinarie, nazionali e europee, per il lavoro, per la ripartenza e per il rilancio del sistema-paese in direzione di un nuovo sviluppo”. Così la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi.

“La stima preliminare della variazione del Pil trimestrale calcolata dall’Istituto (-12,4%) - sottolinea la dirigente sindacale - va oltre le previsioni del Governo, che nel Def dello scorso aprile aveva immaginato una flessione più contenuta di un paio di punti percentuali (-10,5%). La caduta della domanda e della produzione è stata più profonda e più diffusa del previsto, bruciando oltre 50 miliardi di crescita. Entrano in recessione tecnica tutte le altre principali economie industrializzate europee. La Bce parla di contrazione epocale della produzione”.
 
Per la sindacalista “se nel nostro Paese non fossero stati messi in campo gli interventi richiesti dal sindacato a tutela del lavoro, a partire dagli ammortizzatori e dal blocco dei licenziamenti, le conseguenze sarebbero state peggiori. Proprio ieri la Bce ha scritto che senza cig e ammortizzatori sociali, in Italia, il tasso di disoccupazione sarebbe a già intorno al 25%”.
 
Per questo “non dobbiamo perdere l'opportunità offerta dall'Unione europea, che mette a disposizione dei singoli Stati risorse molto significative, incluso il Mes, per far fronte all'emergenza e, ancor di più, per investire nel welfare, nella sostenibilità e nella digitalizzazione, cioè nel futuro”. Secondo Fracassi "ora è necessario affrontare il tema di un nuovo modello di sviluppo. Deve essere subito riaperto il confronto su alcuni temi importanti, temi che la Cgil insieme a Cisl e Uil ha già riportato unitariamente in piazza: il Paese e l’Europa vanno ricostruiti partendo dal buon lavoro”.