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Le scuole sono al collasso e non riescono più a fronteggiare le disposizioni che cambiano in continuazione, disorientando le famiglie e gli studenti. A dirlo è la Flc Cgil, denunciando come la gestione dei casi di positività sia insostenibile per i dirigenti scolastici. Il grido di allarme più volte lanciato nei mesi scorsi, in questo caso si riferisce alle indicazioni contenute nel decreto legge 4 del 27 gennaio, emanato per semplificare le procedure di gestione dei casi di positività negli istituti, o almeno a questo doveva portare negli annunci fatti.
"Le nuove disposizioni - spiega la Federazione dei lavoratori della conoscenza - non risolvono le criticità da tempo e più volte denunciate, e scaricano ancora una volta sulle scuole e sui dirigenti un ulteriore carico di adempimenti che non tutelano la didattica in presenza e non assicurano la qualità del servizio”.
A ciò si aggiunga che i presidi sono spesso chiamati ad applicare provvedimenti dei Dipartimenti di sanità delle Regioni che sono in contrasto con le norme generali e le circolari congiunte dei ministeri dell'Istruzione e della Sanità. “Il tutto senza alcun supporto da parte dell’amministrazione centrale e periferica - prosegue la Flc - che non sta svolgendo il ruolo previsto dal Protocollo nazionale sulla sicurezza anticovid, non convoca i tavoli di confronto regionali, non fornisce indicazioni ai dirigenti scolastici”.
La didattica così va avanti a singhiozzo, tra lezioni in presenza e in dad, con il rischio di determinare per il terzo anno consecutivo un grave danno alla qualità dell’apprendimento e alla continuità del servizio d'istruzione. “Sono necessari – conclude la Flc Cgil -una risposta immediata da parte del ministero e una regia nazionale, da noi più volte invocata, che assicuri uniformità a tutte le procedure regionali, tenga conto della reale situazione di criticità delle Asl e semplifichi concretamente gli adempimenti delle scuole”.