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“L'abolizione del Cnel, come prevede in prima lettura la riforma costituzionale approvata in Commissione Affari costituzionali del Senato, può restringere gli spazi di democrazia e di partecipazione delle parti sociali nel nostro Paese, che la Carta costituzionale aveva previsto proprio a garanzia del ruolo indispensabile delle associazioni di rappresentanza nella vita democratica, bloccando anche il processo di autoriforma avviato per rafforzarne la funzione consultiva rispetto al governo, alle Camere e alle Regioni”. È quanto si legge in un comunicato congiunto di Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti, Confetra, Confitarma, Acli, Arci, Mcl e Compagnia delle Opere.
“Siamo convinti – prosegue il comunicato – che il Cnel possa svolgere un ruolo utile per il Paese nell'attuale contesto, in cui alle richieste di ampliamento della partecipazione popolare alla vita democratica si accompagnano istanze di coesione e giustizia sociali, che possono trovare risposte adeguate anche attraverso un rinnovato protagonismo dei corpi intermedi”. La presenza nel Cnel di tutte le maggiori organizzazioni rappresentative dei lavoratori, delle imprese e del terzo settore – conclude il comunicato – lo caratterizza "come strumento di proposta, confronto e dialogo sociale, così come peraltro garantito in tutti i Paesi dell’Unione Europea”.