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“Con l'approvazione di oggi alla Camera del decreto Cutro si è voluto, ancora una volta, trattare l’immigrazione come una mera questione di emergenza nazionale e di propaganda politica. Un decreto che rappresenta uno schiaffo in faccia al senso di umanità e a tutti i parenti dei 94 morti a Steccato di Cutro e a tutte le vittime dei numerosi naufragi di queste settimane nel Mar Mediterraneo. Una brutta pagina per l’Italia”. Lo afferma, in una nota, la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti.
“Il dispositivo - spiega la dirigente sindacale - ripristina di fatto gran parte dei decreti sicurezza del 2018, che cancellarono la protezione umanitaria, con l’azzeramento della protezione speciale, che peggiorarono le condizioni di soggiorno di chi arriva, riducendo l’accesso all’accoglienza dei Sai gestiti dai Comuni e finanziando la costruzione di nuovi Centri per i rimpatri. Strutture, queste ultime, spesso denunciate per il trattamento inumano dei migranti, e dove un migrante privo di status può essere rinchiuso per mesi, senza i diritti garantiti in un carcere comune”.
Per Scacchetti “non è tollerabile la violazione dei diritti fondamentali delle persone: la negazione dell’asilo e di un’adeguata protezione e accoglienza. Valuteremo le azioni possibili per ripristinare il pieno diritto alla protezione, così come continueremo a mobilitarci affinché sia garantito un diffuso sistema di accoglienza”.
“Infine, per quanto riguarda la gestione dei flussi, da tempo denunciamo l’attuale sistema, è insufficiente e inefficace. Va cancellata radicalmente la legge Bossi-Fini, permettendo: l’ingresso di stranieri alla ricerca di un lavoro, l’emersione degli stranieri già presenti irregolarmente nel Paese e adottando, nel caso di grandi afflussi migratori, la direttiva 55/2001 (già applicata giustamente per la popolazione Ucraina)”, conclude Scacchetti.