Il segretario generale della Cgil Calabria, Gianfranco Trotta, accompagnato da una delegazione sindacale, il 3 dicembre ha fatto visita all’Associazione “Don Vincenzo Matrangolo E.T.S.” che in provincia di Cosenza gestisce otto progetti Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) e che ha una rete diffusa di gestione di progetti Fami (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione).

All’incontro era presente il presidente dell’associazione, Giovanni Manoccio, ed è intervenuta la sindaca di Acquaformosa, Annalisa Milione, che si è soffermata sul valore sociale dei progetti Sai e su come questi abbiano creato economia sociale e contribuito a frenare lo spopolamento. 

Giovanni Manoccio ha sottolineato, nel corso dell’incontro, la forza dei rapporti storici con la Cgil, avvalorati dal protocollo d’intesa siglato l’anno scorso che, oltre a destinare i servizi delle proprie strutture ai dipendenti e ai beneficiari dei progetti, consolida la collaborazione per l’applicazione della legge 199 del 2016 nei territori della piana di Sibari dove l’associazione gestisce un progetto “Supreme” per il contrasto al caporalato.

Gianfranco Trotta, Cgil Calabria: “Il governo privilegia investimento in Albania creando veri luoghi di detenzione piuttosto che accoglienza diffusa nei borghi”

Il segretario generale Cgil Calabria Trotta ha ribadito la validità dei progetti Sai, sposando la loro utilità sociale ed economica soprattutto nelle aree interne, e ha denunciato l’inerzia di un governo che ha privilegiato l’investimento in Albania creando veri luoghi di detenzione piuttosto che favorire l’accoglienza diffusa nei borghi. Trotta ha assicurato che la Cgil sosterrà i vari progetti di eccellenza che si sono sviluppati in Calabria e, soprattutto, nell’area dei paesi arbëreshë, annunciando poi che a fine gennaio si terrà ad Acquaformosa un convegno nazionale sulle buone pratiche in accoglienza.

Il segretario della Cgil ha denunciato i tagli presenti nella finanziaria che rendono sempre più difficile la vita dei cittadini e delle classi più povere del paese tra i quali anche gli immigrati e ha posto l’accento sullo sciopero del 29 novembre che ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori, che non riescono ad avere una sanità degna di tal nome e i servizi che un normale governo deve garantire ai propri cittadini.