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Sommando ai dati forniti dall’assessore alla Salute i quotidiani aggiornamento della Protezione Civile, al 1° dicembre il numero complessivo di casi positivi rilevati nelle case di riposo nel corso della seconda ondata era di 1.835 persone tra gli ospiti, il 19% rispetto ai posti letto occupati, e di 742 tra i 7.025 operatori, più del 10%. Il totale complessivo, quindi, è di quasi 2.600 positivi, a conferma non solo di come le strutture per gli anziani siano, assieme agli ospedali, il fronte più esposto agli effetti della pandemia (con più del 2% degli ospiti contagiati tra prima e seconda ondata), ma anche di quanto prosegua velocemente la corsa dei contagi, con una crescita record di 152 casi complessivi tra utenti e operatori nella sola giornata del 1° dicembre. La denuncia arriva da Roberto Treu, segretario generale Spi Friuli Venezia Giulia.
"Di fronte al dilagare del contagio, è legittimo chiedersi quando abbia inciso la disposizione della Regione e delle aziende sanitarie che obbliga le case di riposo a tenersi i contagiati, invece di poterli ricoverare in strutture dedicate. Strutture che la Regione avrebbe dovuto predisporre sin dall'estate scorsa", attacca Treu.
"La crescita drammatica dei casi impone inoltre un monitoraggio costante dell’evoluzione dei contagi, con un quadro più dettagliato, chiaro e trasparente dei casi tra gli ospiti e il personale, delle guarigioni, dei decessi, delle strutture colpite in ciascun territorio della regione. Questo come base d’azione non soltanto per l’azione dei dipartimenti di prevenzione e della sanità territoriale, ma anche per il confronto con le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei pensionati, legittime rappresentanti dei lavoratori e degli ospiti. Una trasparenza doverosa anche nei confronti dell’opinione pubblica e degli enti locali, che devono essere messi nelle condizioni per contribuire appieno nelle attività di controllo e tracciamento della popolazione, sulla base di dati chiari e dettagliati", conclude il sindacalista.