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Per la Cgil ricordare l'uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a 40 anni da quella efferata strage mafiosa ha un duplice significato. Innanzitutto c'è la memoria di quanto accaduto. Una memoria non retorica, ma per continuare a far capire ai mafiosi che la Cgil continuerà a battersi per rendere questo paese libero dalle mafie, democratico, trasparente e legale. Un paese dove il lavoro è al centro dei valori costituzionali e del rispetto dei diritti.
E poi una memoria che sia da insegnamento per i giovani, per i nostri attivisti sindacali, per gli studenti: per dare così continuità a un impegno ancora prima che politico. Per questo è fondamentale continuare a omaggiare uomini come Carlo Alberto Dalla Chiesa che con il loro impegno straordinario ci consegnano un patrimonio immenso.
Questa ricorrenza ha una sua drammatica attualità, visto che la criminalità organizzata ha purtroppo assunto una pervasività preoccupante, quasi asfissiante, nell'economia, nelle istituzioni, nella società. Lo raccontano le recenti inchieste di mafia e i relativi processi, per ultima quella relativa ai 190 arresti di uomini legati alla 'ndrangheta frutto dell'inchiesta della procura di Cosenza.
Non nascondiamo, infine, la nostra preoccupazione per una campagna elettorale a dir poco assai distratta su questo tema, a partire dalla necessità di alzare l'asticella del controllo di legalità sulla spesa pubblica e sul lavoro. Al contrario siamo convinti che l'affermazione della legalità rappresenti la precondizione per lo sviluppo di questo paese. Per questo lavoreremo per unire le forze sane contro ogni manifestazione mafiosa
Luciano Silvestri, responsabile Legalità e sicurezza della Cgil