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Tutti i prodotti da cannabis light fuori legge. Infiorescenze, oli, resine, tisane con un principio attivo inferiore allo 0,2 per cento non potranno più essere realizzate né commercializzate in Italia. Lo prevede un emendamento fortemente voluto dal governo al disegno di legge Sicurezza approvato in commissione Affari costituzionali e giustizia della Camera. L’arrivo in aula del provvedimento è previsto per settembre, ma entro la pausa estiva saranno esaminate tutte e 80 le altre modifiche presentate.
Tremila aziende a rischio
“Si tratta di un emendamento che non sortirà altro effetto se non quello di avere ricadute su un’importante filiera produttiva – afferma Denise Amerini, responsabile dipendenze e carcere dell’area stato sociale e diritti Cgil – È un mercato che riguarda circa tremila aziende, un settore regolato dalla legge 246/2016, e che nulla ha a che vedere con il tema delle sostanze, con le problematiche a queste collegate, che peraltro, come sosteniamo da sempre, non si affrontano e tanto meno risolvono solo e soltanto con la proibizione. Men che meno con la criminalizzazione, come anni di guerra alla droga, condotta esclusivamente in termini repressivi, dimostrano, e come confermano i dati dell’ultimo libro bianco sulle droghe”.
15 mila lavoratori coinvolti
La stretta colpirà un comparto con un fatturato da 500 milioni di euro, in cui sono impegnati circa 15 mila lavoratori. Per le forze di opposizione, un grande regalo alla criminalità e alle mafie.
“Una furia ideologica che si abbatte come una scure sugli addetti del settore, a partire da coloro che la cannabis light la producono e lavorano – afferma Silvia Guaraldi, segretaria Flai Cgil – Lavoratori e lavoratrici del settore agricolo che da domani non avranno alcun ammortizzatore sociale e che in una notte vedranno compromessi il loro reddito diretto e le tutele previdenziali del settore. Ancora una volta si interviene in modo strumentale e ipocrita su una filiera emergente, mentre si chiudono gli occhi di fronte agli abusi nel mondo del lavoro a partire dallo sfruttamento nei campi, come tristemente denunciamo da anni”.
In base all’emendamento inserito nel disegno di legge, la cannabis light è equiparata alla sostanza ad alto contenuto di Thc (uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis), con divieto di importazione, produzione e vendita di prodotti di ogni genere. I trasgressori sono puniti con le sanzioni previste dal testo unico sugli stupefacenti. La nuova norma non riguarda invece le filiere tradizionali del tessile, dell’edilizia e della carta, ma la produzione delle infiorescenze che negli ultimi anni ha preso piede portando alla nascita di piccole imprese e di negozi.
Nessun effetto psicotropo
“Sappiamo bene che un contenuto di Thc inferiore al 2 per cento non ha nessun effetto psicotropo – aggiunge Amerini – ma quanto successo, nei contenuti e per le modalità con cui si è proceduto, conferma la furia ideologica del governo nei confronti delle droghe, di tutto quello che in qualche modo si possa avvicinare o possa richiamare il tema delle sostanze. Un tassello pesante messo nel percorso che questo governo sta portando avanti, in termini di politiche sulle sostanze e sui consumi, in una visione esclusivamente criminogena e patologizzante”.
Pregiudizi vs scienza
Pregiudizi e ideologie passano quindi sopra a evidenze scientifiche e diritti delle persone. Mentre le politiche smaccatamente proibizionistiche impediscono un dibattito serio sulla regolamentazione delle sostanze.
“Se vogliamo davvero affrontare il tema delle sostanze serve un radicale cambio di passo – conclude Amerini, Cgil – a partire dalla revisione della legge 309/90 (testo unico sugli stupefacenti, ndr), dalla valorizzazione dei servizi pubblici e del privato sociale nel territorio, riduzione del danno e limitazione dei rischi. Il nostro impegno come confederazione, insieme alle organizzazioni della società civile, dovrà essere ancora più determinato, per provare a incidere sulle politiche sociali, sanitarie, dei servizi a tutti i livelli, per cambiare le politiche del governo”.