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“I drammatici eventi accaduti a Roncadelle, in provincia di Brescia, che hanno visto coinvolte assistenti sociali ed educatrici dei servizi sociali comunali, fanno seguito a molteplici episodi di aggressione e violenza sugli operatori dei servizi sociali e sociosanitari in tutta Italia, che operano e intervengono quotidianamente in situazioni di disagio, in particolare in quelle che coinvolgono i minori, sempre più difficili e complesse. È ora di fermare le aggressioni”. È quanto afferma la Funzione Pubblica Cgil nell’esprimere “vicinanza e solidarietà a tutti le operatrici e gli operatori coinvolti in questa delicata vicenda, in particolare all’assistente sociale minacciata con un’arma da fuoco solo perché svolgeva il suo lavoro”.
Il sindacato, fa sapere il coordinatore assistenti sociali della Fp Cgil nazionale, Enzo Bernardo, “condivide la preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori, che chiedono rispetto per la categoria professionale degli assistenti sociali e degli operatori sociali e che non si strumentalizzi ancora una volta la vicenda poiché il tema è ampiamente complesso e coinvolge anche la magistratura e altri soggetti istituzionali perché è ogni volta più evidente che, soprattutto attraverso i social, si sviluppa un sentimento d’odio e aggressivo, tanto ingiustificato quanto pericoloso, ogni volta più inaccettabile”.
La Fp Cgil, inoltre, prosegue il dirigente sindacale, “ricorda ai Comuni e ai datori di lavoro che è in vigore la legge sulla sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie che, oltre all’aggravio delle pene per i reati connessi con le attività degli operatori, impone alle strutture di prevedere nei propri piani per la sicurezza misure volte a inserire specifici protocolli operativi con le forze di polizia al fine di garantire interventi tempestivi. I comuni sono impegnati in prima persona, così come il nuovo contratto degli enti locali prevede che siano oggetto di confronto con le rappresentanze sindacali linee generali di indirizzo per l’adozione di misure finalizzate alla prevenzione delle aggressioni sul lavoro, allo stesso tempo i datori di lavoro devono prevedere percorsi di formazione per sviluppare i metodi di riconoscimento di segnali di pericolo o di situazioni che possono condurre ad aggressione, metodologie per gestire utenti aggressivi e violenti”.
La Funzione pubblica Cgil, infine, “richiama alla responsabilità i datori di lavoro, ad applicare le leggi a tutela degli operatori, e per questo in ogni luogo di lavoro è impegnata a monitorare e denunciare, anche con azioni di diffida, le amministrazioni rispetto agli adempimenti previsti dalle norme e dagli eventuali protocolli aziendali. Di fronte al moltiplicarsi di episodi di violenza e al crescere della tensione sociale, dovuta all’emergenza economica, siamo pronti a una mobilitazione a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, che sono a diretto contatto con il disagio e che ogni giorno sono promotori di benessere per le persone”, conclude Bernardo.