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Il peggior lunedì finanziario dai tempi del black monday del 1987 si è chiuso, in tarda serata, con l’immagine purtroppo classica di un’Europa in ordine sparso, governata ancora e sempre dalle decisioni “locali” dei singoli Stati ma priva di sintesi in sede Ue. Se Germania e Irlanda sono già intervenute per garantire i depositi bancari nazionali, non è invece passata la proposta di Italia e Francia di creare un fondo comune europeo per tutelare risparmiatori e istituti di credito dai crac finanziari. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha frenato decisamente sulla proposta, ribadendo il proprio veto al presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi nel corso di un vertice a Berlino. Dall’Eurogruppo, in serata, sono invece venute rassicurazioni generiche. La riunione informale dei ministri dell’economia e delle finanze della zona euro, cui martedì 7 ottobre seguirà la seduta dell'Ecofin a 27, ha messo in calendario interventi pubblici “tempestivi” ma “temporanei”, senza però trovare l’accordo sul fondo comune.
Lo choc delle borse
Era dal 1987 che non chiudevano con passivi simili e neppure l’11 settembre del 2001 erano arrivate a perdere così tanto. Londra ha chiuso al -7,85%, Parigi al -9,04, Francoforte -7,07, Milano -8,24, Amsterdam -9,14, Stoccolma -7,24, Tokyo -4,25, San Paolo -12,3, il Dow Jones a New York ha registrato un -3,05%. I piani di salvataggio del mondo finanziario varati dai governi occidentali, o in via di approvazione, non hanno dunque arrestato il panico dei mercati. Non il pacchetto Bush approvato dal Congresso degli Stati Uniti venerdì scorso (700 miliardi di intervento a sostegno di Wall street), e neppure la decisione senza precedenti presa domenica dal governo tedesco, che ha annunciato che garantirà tutti i depositi bancari dei tedeschi. Angela Merkel e il ministro delle Finanze Peer Steinbrück hanno anche varato un nuovo piano di liquidità da 50 miliardi per salvare l'istituto immobiliare Hypo Real Estate (Hre) sull’orlo della bancarotta. Il governo tedesco era già intervenuto in settimana con un finanziamento straordinario di 35 miliardi a favore della Hre, seconda banca tedesca nel campo degli investimenti, ma non era bastato. Nell’annunciare il nuovo intervento, Frau Merkel ha dichiarato: “Non permetteremo che i problemi di un istituto finanziario evolvano in una crisi dell'intero sistema”. I problemi dell’istituto, però, non sembrano risolti. Le quotazioni di Hre, alla riapertura dei mercati, sono infatti precipitate del 34% alla Borsa di Francoforte.
In Italia grossi problemi per Unicredit, il cui titolo a Piazza Affari ha chiuso con un -5,9%. E questo – analogamente al caso tedesco – nonostante il pacchetto anti-crisi da 6,6 miliardi di euro varato domenica sera dall’istituto. 'Stiamo assistendo a una crisi che non ha precedenti, se non forse il crac del 1929' – ha commentato l'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo. E poi: “Chiaramente abbiamo sottovalutato le condizioni del mercato”.
L’Eurogruppo
'Gli interventi pubblici a sostegno delle banche in crisi devono essere tempestivi, non possono avere come unico obiettivo quello di dare sussidi agli azionisti e devono essere temporanei, limitati nel tempo': è l’unico principio sul quale tutti e 16 i paesi dell'Eurogruppo si sono trovati d'accordo stasera. L’ha riferito al termine della riunione il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker. Che ha aggiunto: 'Nessuna banca europea di carattere sistemico fallirà se gli stati si faranno garanti'.
Meno diplomatico il commissario agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, che ha detto: "Dobbiamo evitare le conseguenze negative di decisioni unilaterali. (…) La situazione globale e' difficile per cui abbiamo bisogno di una risposta generale basata su un approccio europeo chiaro e coordinato. (…) Si vedono conseguenze negative se un paese va avanti con azioni unilaterali".
La nota di Sarkozy
“Tutti i leader dell'Unione Europea dichiarano che ciascuno di loro prendera' tutte le misure necessarie per assicurare la stabilita' del sistema finanziario, che cio' sia attraverso l'iniezione di liquidita' di provenienza delle banche centrali, o misure su alcune banche o attraverso dispositivi rafforzati di protezione dei depositi". A dirlo è il presidente francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell'Unione, in una dichiarazione diffusa alla stampa.
"Nessun risparmiatore nelle banche dei nostri paesi – continua la nota - ha subito perdite e continueremo a prendere le misure necessarie per proteggere il sistema e i risparmiatori. Prendendo queste misure, i leader europei notano che un coordinamento e una cooperazione sono necessari".