Bologna, storica città universitaria, sta vivendo una crisi abitativa che sta rendendo sempre più difficile per gli studenti trovare soluzioni abitative sostenibili. Il dato più allarmante è quello dell’affitto medio per una stanza singola: 506 euro al mese. Un importo che, in un contesto di crescente inflazione e stagnazione dei redditi, è insostenibile per molti studenti, soprattutto quelli provenienti da famiglie a basso reddito.

Secondo Carlo Nadotti, rappresentante dell’Udu, “la situazione è ormai insostenibile: con le borse di studio che coprono solo una parte minima delle spese, molti studenti sono costretti a fare i conti con prezzi che non possono permettersi”. A peggiorare la situazione è l’ingresso massiccio di piattaforme come Airbnb e l’espansione degli affitti a breve termine che hanno sottratto al mercato una consistente quantità di stanze e appartamenti, facendo lievitare i costi.

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Un ulteriore fattore che sta distorcendo il mercato è la proliferazione degli studentati di lusso. Questi cohousing, finanziati anche dal Pnrr, propongono stanze a prezzi intorno ai 1.000 euro al mese, accessibili solo a studenti benestanti o a professionisti. “Questi nuovi alloggi escludono una larga parte degli studenti, che sono costretti a cercare soluzioni più lontane dal centro”, aggiunge Nadotti. Questo fenomeno sta creando una divisione sempre più netta tra studenti benestanti e quelli provenienti da contesti più poveri, che ora si vedono costretti a vivere lontano dalla città, con tutte le difficoltà logistiche che ciò comporta.

Nel centro storico, la “turistificazione” sta cambiando il volto della città. Le strade sono sempre più invase da turisti, mentre la comunità locale, soprattutto quella studentesca, è progressivamente emarginata. La speculazione immobiliare e l’incremento degli affitti a breve termine stanno minando il tessuto sociale di Bologna, trasformandola in una città a misura di turista e di pochi privilegiati.

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“La città sta cambiando radicalmente e non in meglio. Se non si interviene subito, rischiamo di perdere quella vitalità che ha sempre reso Bologna una città universitaria unica nel suo genere”, conclude l’esponente dell’Udu. Il futuro della città dipende dalla capacità di conciliare lo sviluppo turistico con il diritto all’abitare per tutti, studenti e residenti, senza sacrificare la diversità sociale che da sempre caratterizza questo luogo.