Opposizioni politiche e sociali unite per fermare l’autonomia differenziata. Leader di partiti ed esponenti della società civile e culturale si sono ritrovati oggi alla Corte di Cassazione per depositare il quesito referendario che punta ad abolire la legge targata Calderoli.
“Andate tutti a votare”. Questo l’appello lanciato dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Per il leader della Cgil si tratta di una “battaglia decisiva”. Occorre infatti, ha proseguito, “cancellare la legge sull'autonomia differenziata che porta a differenziare i diritti alla salute, all'istruzione, al lavoro”. Una legge, quella targata Calderoli, ”che porta alla divisione del paese”, mentre “di fronte a una crisi della democrazia con tante persone che non partecipano più alle elezioni perché non si sentono rappresentate, penso che sia il momento di mettere in campo strumenti che permettano ai cittadini di decidere direttamente della loro vita e il referendum è uno strumento diretto che non delega nessuno”. Ha anche rivendicato la coerenza con i referendum della Cgil “per affermare la libertà sul lavoro. Per essere libero un cittadino non deve morire sul lavoro”.
“Siamo molto felici. Perché è una bella giornata. Siamo tanti e tante tra forze politiche e forze sociali, associative, sindacali e anche personalità del mondo della cultura, del terzo settore. Insomma è una bella squadra quella con cui presentiamo il referendum per fermare una scelta sbagliata come l'autonomia differenziata'': questo il commento a margine della segretaria del Pd Elly Schlein.
Il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha parlato di un vero e proprio “mercimonio Salvini-Meloni, ossia l'autonomia differenziata in cambio del premierato”. E poi: “Non solo Meloni svende il Sud a Salvini, ma indebolisce il sistema produttivo ed economico, pensiamo all'energia, si frammentano le competenze, e questo rappresenta un problema per le imprese e l'economia”.
Per Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, l’autonomia differenziata “non è solo un dramma per il Mezzogiorno ma un disastro per tutto il Paese, anche per il Nord più ricco. Io sono certo, e faremo di tutto perché sia così, che la Repubblica, gli italiani e le italiane parteciperanno e sapranno reagire per cancellare questo scempio''.
Giuseppe Conte, numero uno del M5S, sottolinea che “con il referendum stiamo offrendo l'occasione a tutti i cittadini di contrastare questo Spacca Italia. Lo fermeremo tutti insieme per evitare la condanna a morte della sanità, dell'istruzione, delle infrastrutture, soprattutto nelle aree più in difficoltà del paese”.
Si preannuncia insomma un’estate calda: lotta e partecipazione per fermare la disintegrazione del paese.