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“L’Autonomia differenziata, così come disegnata dal Ddl Calderoli, è il declino definitivo per le aree interne e fragili di tutta Italia ma in particolare del Mezzogiorno”.
È stato questo il tema dell'iniziativa organizzata dalla Cgil Avellino venerdì scorso, 15 marzo, presso la sala teatro Centro Sociale Sindacale “Don Bruno Mariani” di Sant’Angelo dei Lombardi. Un confronto tra sindacato, amministratori locali, associazioni e politica, con la partecipazione dei deputati Gubitosa, Mari, De Luca, del presidente Anci Campania Carlo Marino, Presidente Progetto Pilota Alta Irpinia Rosanna Repole, il Presidente Consorzio Servizi Sociali Alta Irpinia Luigi D’Angelis, il segretario generale Cgil Avellino, Franco Fiordellisi e il segretario nazionale Cgil, Christian Ferrari. Gli interventi sono stati coordinati dalla segretaria confederale della Cgil Avellino, Erika Picariello.
L’apertura è stata affidata alla relazione del segretario generale Cgil Avellino, Franco Fiordellisi e il contributo del Presidente Servizi Sociali Alta Irpinia Luigi D’Angelis. Ha concluso il segretario confederale Cgil nazionale, Christian Ferrari.
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Al Sud più di un terzo dei cittadini vive potenziali disagi per accedere a servizi pubblici essenziali come sanitari ed educativi
In Italia più di un quinto della popolazione vive in comuni con limitato accesso ai servizi essenziali (22,7%), nelle regioni del Mezzogiorno questa percentuale supera il 36% della popolazione e il dato della Campania è in linea ma l’Irpinia supera questi dati; ciò significa che più di un terzo dei cittadini vive potenziali disagi per accedere a servizi pubblici essenziali come sanitari ed educativi, a causa anche di un limitato accesso a servizi di mobilità.
Un altro fattore importante è il lavoro che si lega al decremento demografico che si fa sempre più marcato in tutte le aree interne ma in particolare nei comuni definiti periferici o ultra periferici.
“La necessità di aprire un confronto nelle aree interne della Campania – ha detto il segretario generale Cgil Avellino, Franco Fiordellisi – è fondamentale per il nostro territorio che, se dovesse proseguire il progetto di Calderoli, sarebbe ulteriormente esposto ai processi di desertificazione a causa della forte riduzione di risorse per i servizi pubblici, una frantumazione che con la riduzione di risorse per lo sviluppo sostenibile, le infrastrutture e servizi limiterà ulteriormente la presenza di attività economiche e quindi ‘umana’. Siamo in presenza di un progetto catastrofico per le aree fragili e interne, in particolare del Mezzogiorno, già fortemente penalizzate negli anni a causa dell’austerità e a politiche che hanno posto al centro la questione settentrionale e facendo scomparire la questione meridionale. Anzi in alcuni casi la questione meridionale è stata legata impropriamente e assurdamente, non ai ritardi storici, ma alla negligenza o incapacità dei meridionali”.
“Per questo – ha proseguito Franco Fiordellisi – sarà difficile sviluppare o contrastare lo spopolamento quando verranno tagliati o dismessi i presidi dello stato sociale come scuole, trasporti, sanità o socio assistenziale, con una popolazione sempre più anziana perché mancano strutturate attività industriali in grado di favorire lo sviluppo sostenibile e la nascita di nuovi insediamenti, con infrastrutture scarne se non proprio inesistenti, il tutto quando maggiore e fondamentale è la necessità di azioni programmate e forti dello stato di fronte alle straordinarie rivoluzioni o processi di transizione ecologica e digitale che necessitano di risorse e infrastrutture materiali e immateriali. Se il Governo pensa di poter coordinare, uno stato Arlecchino e non più unitario, con la possibilità da parte delle regioni a statuto ordinario di gestire autonomamente 23 materie a scelta è pura follia mentre per le sfide globali serve sempre più coesione e progettazione partecipata e di prospettiva lunga”.
"La tenuta di uno Stato forte – ha detto il segretario generale della Cgil irpina – è anche la solidarietà legata alla tenuta del sistema fiscale progressivo e redistributivo, così da poter garantire la tenuta delle prestazioni, l’uguaglianza dell’assistenza a tutte e tutti i cittadini, a maggior ragione dei cittadini italiani che sono in aree depresse e fragili, appunto come le aree interne del Mezzogiorno, altro che flat tax che toglie servizi pubblici e permette solo a chi può pagare di avere le prestazioni, ben oltre quello che già paghiamo di trasporti, libri, mense, tickets, intramoenia”.
“In sostanza, mentre è fondamentale, viste le sfide di sviluppo e democratiche globali, affermare i diritti fondanti della Costituzione Italiana, serve coagulare e non frammentare, per questo, come Cgil e associazioni che compongono La Via Maestra, la Costituzione, ci attiviamo per dare forza e consapevolezza utili a ridiscutere i guasti dovuti alla revisione del titolo V della Costituzione e tutto il corollario di norme che ne sono discese”.