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Mercoledì 14 febbraio mattina, al tribunale di Ragusa, è in programma la prima udienza del processo in cui sono imputati tutti i membri dell’equipaggio Mediterranea Saving Humans, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L'Ong italiana è accusata dalla procura per la storia di un vecchio salvataggio: Mediterranea nel 2020 aveva preso a bordo della Mare Jonio un gruppo di 37 migranti salvati da una motonave della compagnia danese Maersk che poi aveva inviato un bonifico.
Le udienze sono a porte chiuse, e continueranno per due volte al mese, ma l'avvio del processo sarà l’occasione per dare vita a due incontri organizzati dalla Cgil di Ragusa, che si pone al fianco dell'equipaggio e dell'obbligo del soccorso in mare. Prima dell’inizio del processo, alle 9 in piazza San Giovanni, la Cgil darà vita a una “scorta di solidarietà”, per accompagnare gli indagati fino al Tribunale.
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Alle 17,30 nella sede della Camera del Lavoro, con la partecipazione del segretario generale regionale Alfio Mannino, ci sarà invece l’incontro con l’equipaggio, le associazioni e i movimenti, per “restituire quanto accade in aula”, fare il punto del processo e “continuare a organizzare la lotta e la solidarietà”.
All’incontro saranno presenti Luca Casarini assieme agli altri imputati e i legali di Mediterranea con la partecipazione di Cgil, Anpi, Libera, Chiesa Valdese, Arcigay, Sinistra Italiana. L’incontro, aperto a tutte e a tutti, - avverte la Cgil - serve a ribadire che il salvataggio di vite in mare non può essere reato e che servono politiche diverse a tutela innanzitutto delle vite umane che continuano a morire nel mar Mediterraneo e del principio di libertà di movimento sempre di più soggetto a restrizione dalle politiche nazionali ed europee”.
“Sarà l’occasione per ribadire – dichiara Peppe Scifo, segretario generale della Cgil di Ragusa – la netta contrarietà ai Cpr (centri di permanenza per i rimpatri), strutture di detenzione dove spesso sono violati i diritti umani fondamentali e le garanzie costituzionali previste dal nostro ordinamento e dalle norme di diritto internazionale e protezione umanitaria”.
“Il tema delle migrazioni nel mar Mediterraneo è ormai strutturale – continua - e non può continuare ad essere considerato attraverso l’approccio emergenziale e repressivo che vede coinvolti attivamente, attraverso accordi bilaterali, Paesi dove non esistono garanzie democratiche ai quali vengono affidati, con l’elargizione di ingenti risorse economiche statali e comunitarie, compiti di respingimento e trattenimento”. La Cgil di Ragusa sostiene, “insieme alla rete di associazioni e movimenti, la necessità di un cambio di rotta nelle politiche sull’immigrazione partendo dal pieno rispetto delle norme dell’ordinamento nazionale ed internazionale che prevedono la tutela dei diritti umani delle persone migranti”.