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“Viva la Resistenza”. Un urlo ha rotto il silenzio durante la commemorazione per le vittime di Acca Larenzia. Un urlo solitario, in questi anni, sempre più bui, che in quello spicchio di Roma Sud, marcato sul lastricato da un simbolo fascista, una gigantesca croce celtica, visibile persino dalle mappe digitali, ha visto e sopportato, ogni 7 gennaio, l’affissione di targhe commemorative firmate “I camerati”, le braccia tese, le marce e le fiaccolate nel quartiere.
Chi è cresciuto a Roma Sud, nel quartiere Appio-Tuscolano, quel lungo cuneo che segue geograficamente il tracciato della Metro A, diciamo da San Giovanni fino a Cinecittà, a ogni inizio d’anno si ritrova i muri coperti di manifesti, dallo stile grafico tipicamente neofascista, affissi abusivamente, che danno appuntamento all’adunata in ricordo dei giovani Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, uccisi in questa stessa data del 1978 davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano in via Acca Larenzia in un agguato rivendicato dai Nuclei armati per il contropotere territoriale, e in ricordo di Stefano Recchioni, assassinato poche ore dopo negli scontri con le forze dell'ordine avvenuti durante una manifestazione di protesta.
Negli anni, in questa data e in questo spicchio di Roma, tutto è stato permesso, in uno squarcio spazio-temporale che il 7 gennaio ha creato una sorta di zona franca nella quale vengono tollerate, sotto lo sguardo delle forze dell’ordine, vere e proprie adunate squadriste, riti fascisti quali il “presente”, saluti romani. Lo scorso anno, di fronte alle braccia tese, qualcosa si è mosso e in una trentina furono identificati. Oggi, con una par condicio senza alcuna logica di giustizia, a chi si è pacificamente ribellato a questo rigurgito neofascista e ha gridato “Viva la Resistenza, viva la Costituzione” è toccata la stessa sorte. Identificato, denuncia il video di Fanpage, senza una motivazione apparente che giustifichi il provvedimento.
“Invece che arrestare i manifestanti per apologia di fascismo, identificano chi si appella alla Costituzione – dichiara indignato il destinatario del provvedimento –. Giustissimo che si ricordino le vittime di quel periodo – dice con lucidità alla testata online –, ma questo non può giustificare un raduno di neofascisti, tra croci celtiche, saluti romani e richiami chiari al ventennio. È inaccettabile e lo sarebbe per qualsiasi paese abbia subito gli orrori del fascismo e del nazismo. Inaccettabile per chiunque queste cose le abbia studiate. Forse qualcuno non ha studiato”.