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La mobilitazione non si ferma e fa tappa a Bruxelles. È quella contro il ddl sicurezza ora all’attenzione del Senato: ultimo capitolo di un brutto romanzo, quello della svolta autoritaria che la destra al governo vuole imporre all’Italia. Purtroppo forte ventata di destra e autoritarismo non sono caratteristiche solo nostre, quindi portare in Europa questo allarme e questa battaglia è importantissimo.
La svolta autoritaria
Lo dicevamo: non nasce oggi ne con il disegno di legge 1236. Lo spiega Lara Ghiglione, segretaria nazionale della Cgil: “Il ddl cosiddetto ‘sicurezza’ è in continuità con i decreti “Cutro” e “Caivano”: si introducono una pletora assurda ed ingiustificabile di nuovi reati che colpiscono le fasce sociali più deboli, si cerca di creare consenso alimentando la paura. Vengono colpiti diritti fondamentali, le lotte sindacali, il diritto al dissenso, si vuole impedire l’esercizio della partecipazione democratica”.
Gli appuntamenti a Bruxelles
La giornata di martedì 4 febbraio vede un calendario assai fitto di appuntamenti e incontri organizzati dalla Rete Nazionale No ddl sicurezza: innanzitutto un’assemblea delle associazioni, dei movimenti delle forze politiche e dei sindacati che da settimane partecipano ad una mobilitazione dal basso, tutti uniti, per fermare la deriva autoritaria portata avanti dal governo Meloni, che si intreccia con i processi di natura anti-democratica e securitaria in corso in altri Paesi d’Europa.
La Cgil c’è
È ancora la segretaria confederale a motivare la partecipazione dell’organizzazione sindacale: “La Cgil parteciperà all’assemblea organizzata dalla Rete Nazionale ‘No ddl Sicurezza’, prevista per il prossimo 4 febbraio a Bruxelles al Parlamento europeo. Parteciperemo perché riteniamo necessario proseguire la mobilitazione contro le politiche del governo italiano, che stanno mettendo a rischio i principi fondamentali della democrazia costituzionale nata dalla resistenza.
Non solo Italia
La Rete spiega perché è stata scelta Bruxelles per questa tappa della mobilitazione: “Martedì 4 febbraio sono in programma una conferenza stampa e un’assemblea che vedranno, al fianco della delegazione italiana, la partecipazione di reti civiche, movimenti europei ed europarlamentari di sinistra, progressisti e ambientalisti. Così la Rete porterà in Europa il grido d’allarme in difesa delle libertà, dei diritti, delle lotte per il futuro e per la giustizia sociale e ambientale”. La ventata di destra e la svolta autoritaria infatti riguardano certamente l’Italia, ma a rischio sono anche altri Paesi europei a cominciare da Austria e Germania.
La svolta autoritaria italiana
In pericolo sono le libertà fondamentali di cittadini e cittadine, quindi la nostra democrazia. Sottolinea infatti Alessio Festi, responsabile Politiche della legalità della Cgil: “Consideriamo gravissimo quanto previsto nel ddl sicurezza sulle prerogative dei servizi segreti, come denunciato delle Associazioni dei familiari delle vittime di strage. Riteniamo che tutto ciò contrasti con la Carta costituzionale. Contemporaneamente, a partire dall’eliminazione del reato di abuso di ufficio, dalle modifiche alle intercettazioni ambientali, al continuo attacco alla libera stampa e al lavoro di magistrate e magistrati si cerca l’impunità per potenti e colletti bianchi. Per questa via si favorisce l’attività delle mafie, la corruzione, lo scambio politico mafioso che tanti danni, nella storia, ha fatto al Paese”.
Svolta che arriva da lontano
I cittadini e le cittadine italiani ed europei esprimono da tempo un bisogno di sicurezza, che è innanzitutto un bisogno di tutele sociali. Lo smantellamento del welfare e il restringimento del perimetro pubblico è alla base della percezioni di insicurezza, innanzitutto rispetto alle proprie condizioni materiali. Dice Ghiglione: “Il contesto nel quale si inseriscono i provvedimenti del governo Meloni è quello di un quadro di peggioramento della condizione sociale di strati sempre più ampi della società: i tagli alla scuola e alla sanità, il collegato lavoro e tanti altri atti del governo stanno producendo questa difficilissima situazione. Anche l’Europa ha responsabilità precise, la nuova politica di austerità stabilita dai nuovi trattati rischia di essere responsabile di un forte peggioramento della vita di tante e tanti cittadine e cittadini europei, a partire dai giovani, e di creare ulteriore discredito verso le Istituzioni europee che invece andrebbero rafforzate”.
La stagione delle mobilitazioni
La presenza a Bruxelles della Cgil nasce anche dall’esigenza di difendere e rilanciare i principi della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che rischiano invece di essere contraddetti da parte dell’Europa stessa e da parte dai singoli governi. E se il 4 la Confederazione parteciperà all’assemblea della Rete Nazionale No ddl sicurezza, il giorno dopo 5 febbraio parteciperà alla manifestazione europea organizzata da IndustriAll Europe, il sindacato europeo dell’industria, che vedrà sfilare per le vie della capitale belga migliaia di lavoratrici e lavoratori metalmeccanici e chimici. E poi la mobilitazione proseguirà con la campagna referendaria per 5 sì ai referendum sul lavoro e sulla cittadinanza.