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Un confronto serrato con il governo su mission e singoli temi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È quanto chiedono all’esecutivo i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri.
L’ascolto è stato il protagonista dell’incontro tra governo e sindacati, durante il quale il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha rinnovato i ringraziamenti alle parti sociali per l’apporto collaborativo fornito per affrontare quest’anno di pandemia, quindi ha passato la parola ai ministri presenti (Roberto Gualtieri per l’Economia, Nunzia Catalfo per il Lavoro, Paola De Micheli per le infrastrutture, Giuseppe Provenzano per il Sud, Stefano Patuanelli per lo Sviluppo economico, Paola Pisano per l’Innovazione tecnologica) affinché illustrassero brevemente le aree di loro competenza del Pnrr. È stato questo il momento dell’ascolto per i segretari di Cgil, Cisl e Uil, ai quali è passata la parola subito dopo.
Maurizio Landini ha voluto subito illustrare le richieste di metodo proponendo la convocazione “in tempi rapidi” di incontri che servano a entrare nel dettaglio delle sei mission nelle quali è suddiviso il piano per rendere operativo il Recovery Plan, così che i sindacati possano fornire “il massimo contributo, senza limitarsi alle consultazioni e agli emendamenti” come è solito accadere. Il sindacato poi ha subito incassato l’ok del ministro dell’Economia per un incontro annunciato per la prossima settimana sul nuovo decreto Ristori. Una sede nella quale i sindacati chiedono di concentrare l’attenzione sulla proroga della cassa integrazione Covid e del blocco dei licenziamenti (in scadenza a fine marzo) e sul piano vaccinale. Confermata anche la convocazione per il 25 gennaio da parte della ministra del Lavoro al fine di discutere della riforma degli ammortizzatori sociali.
Quindi il leader della Cgil è passato al merito del Piano, mostrando un apprezzamento per i miglioramenti contenuti nell’ultima bozza rispetto a quelle precedenti e iniziando anche a individuare alcune criticità che riguardano principalmente la coerenza tra gli impegni assunti e la loro realizzazione, oltre la scarsa attenzione al problema della precarietà del lavoro sempre più diffusa nel nostro Paese. Bene l’avere messo come direttrici del Piano la questione femminile, i giovani e il Sud, ma per i sindacati queste voci vanno poi declinate coerentemente con l'articolazione delle mission dell’intero provvedimento.
Fondamentale, come già ribadito dai sindacati, sarà la governance (della quale però nel Pnrr non si parla), perché attraverso di essa e con una attenta ripartizione tra competenze centrali (del governo) e territoriali (Regioni ed enti locali) si potrà evitare che i fondi disposti dall’Europa rimangano inutilizzati, come accade troppo frequentemente in Italia. “Siamo davanti a una grande e unica occasione – ha affermato Landini - e non possiamo sprecarla".
Anche sul fronte delle riforme, secondo il segretario generale di Corso d'Italia, “è necessario definire meglio i termini del confronto, perché non può esserci solamente uno scambio di opinioni su riforme come quella fiscale, degli ammortizzatori sociali, delle misure per la non autosufficienza, della scuola, della Pubblica amministrazione e delle pensione: su questi temi serve un accordo”.
Dopo l’ascolto si dovrà quindi passare all’interazione, perché “è necessario fare sistema” attraverso il coinvolgimento dei sindacati e delle parti sociali (anche nella fase successiva di monitoraggio e di intervento sulle criticità) “così - ha dichiarato Maurizio Landini - da avere non solamente il massimo consenso possibile sulle misure, ma anche il massimo contributo”, “perché la realizzazione dei progetti previsti dal Piano dovrà portare a un aumento del lavoro e dell’occupazione”. Nel pomeriggio il governo ha proseguito gli incontri con le parti sociali.