Il 19 settembre si è chiusa la prima settimana del progetto di cooperazione sindacale tra la Cgil Bologna e la confederazione Disk di Smirne, in Turchia , con la partecipazione ai picchetti dei dipendenti pubblici contro i licenziamenti e la visita all'azienda Lisi Aerospace e allo stabilimento della GD. Un'iniziativa nell'ambito delle azioni che il sindacato bolognese sta portando avanti da anni. Un esempio ne è la cooperazione permanente con l'Ig Metal di Wolfsburg sede della Volkswagen in Germania sulla contrattazione collettiva e la rappresentanza in fabbrica.

Michele Bulgarelli, segretario generale della Cgil di Bologna , ci spiega come è nato il progetto: “Quello che in questi anni abbiamo visto è stata l'efficacia di una cooperazione sindacale tra due strutture territoriali, perché assume degli elementi di grande concretezza e mostra come anche in contesti diversi bisogna fare i conti con gli stessi problemi. Abbiamo posto il tema a Salvatore Marra, coordinatore dell'Area internazionale della Cgi, i quali ci ha proposto di lavorare in diverse direzioni e una è stata quella di Smirne e di Disk, la confederazione sindacale sorella della Cgil in Turchia”.

Il nostro è un po' un bastione delle opposizioni a Erdogan – prosegue – Bologna e Smirne hanno entrambe un insediamento industriale significativo, sono città universitarie, c'è una tasso di sindacalizzazione nel territorio più alto della media nazionale. Quindi il contesto è favorevole a un confronto. Abbiamo costruito una delegazione pensata anche sui settori sindacalizzati, quindi metalmeccanici e settore pubblico, per il quale sono coinvolti molti dipendenti dei trasporti locali, motivo per il quale abbiamo voluto che ci fosse anche una compagna della Filt nella delegazione. La sua presenza ci dà anche il pretesto ti trattare il tema della violenza contro le donne, visto che il numero di femminicidi in Turchia è anche più alto del nostro”.  

Con i colleghi turchi i sindacalisti italiani hanno approfondito i contenuti e le modalità per realizzare una contrattazione collettiva a livello di fabbrica nel mondo metalmeccanico. “A Smirne, tra l’altro – ci ricorda Bulgarelli – c'è uno stabilimento della G.D, la cui sede principale è a Bologna e per la quale, come ex segretario generale della Fiom bolognese, ho avuto di portare avanti il processo di sindacalizzazione e di contrattazione collettiva insieme con la Fiom nazionale”.

“Siamo stati con i lavoratori turchi – ci racconta – e abbiamo partecipato a un presidio dei dipendenti pubblici e qui abbiamo capito che il problema degli appalti e dei subappalti è presente come in Italia. Le condizioni di lavoro e gli scontri sociali in atto sono molto simili tra i due Paesi, sebbene in contesti diversi, visto poi che su questo fronte la situazione italiana è sempre più preoccupante. La repressione padronale e governativa del sindacato è fortissima e loro si aspettano ritorsioni nel settore privato, con licenziamenti di massa di fronte al tentativo dei lavoratori di organizzarsi e di agire la contrattazione”.

Bulgarelli ricorda che la scure del governo si era già abbattuta quando i lavoratori hanno provato a costruire il sindacato dei pensionati, messo poi fuori legge. Questa volta, invece, tocca più in generale all’attività sindacale “e qui sembra di vedere i rischi che corre anche il nostro Paese. Basti vedere i comportamenti antisindacali delle imprese che vengono dichiarati tali anni dopo dai processi, con il conseguente effetto di produrre sfiducia nella Giustizia e che la stessa democrazia non sia più vista come la soluzione dei problemi”.

L'altra cosa che i sindacalisti bolognesi hanno percepito è che in un Paese come la Turchia, con una vendita ufficiale al cento per cento, “ i lavoratori fanno una lotta disperata nella rivendicazione della fiducia salariale . Anche in termini di contrattazione pensare di operare con una simile vincita fa capire che quello turco è un contesto totalmente diverso, di enorme fragilità e dove i lavoratori combattono la lotta per la sopravvivenza a pochi chilometri dall'Europa”.

“Mi ha colpito – dice ancora il segretario generale della Cgil di Bologna – che in tutti i simboli, le bandiere, i volantini, i biglietti da visita di Disk e delle sue organizzazioni affiliate di categoria riportano sempre il logo oi colori del Sindacato europeo internazionale : un caparbio attaccamento ai valori dell'Europa di un sindacato che invece sta in un Paese il cui presidente ha scelto di guardare da altre parti”.

L'obiettivo del sindacato è anche quello di costruire future generazioni di sindacaliste e sindacalisti della Camera del lavoro bolognese e delle sue categorie, in modo che abbiano una dimensione internazionale contro il rischio di una chiusura nazionale. “La radice dell'internazionalismo della Cgil – conclude Bulgarelli – anche a livello locale per noi è importante proprio perché chi prenderà il testimone della dirigenza della nostra organizzazione è bene che abbia uno sguardo globale”.