PHOTO
Un sostegno economico per garantire l'accesso all'educazione ai bambini e agli adolescenti migranti e rifugiati che si trovano in Bosnia-Erzegovina. Questa l’iniziativa annunciata da Cgil, Cisl, Uil e Save the Children, in favore di uno dei principali Paesi di transito lungo la rotta migratoria balcanica verso l'Europa. In particolare, nel 2021 sarà garantito l'accesso all'educazione formale e informale nel cantone di Una-Sana, nel Nord-Ovest del Paese, a 750 bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni in cinque scuole e tre centri di accoglienza.
“Abbiamo deciso di impegnarci in questo progetto perché è un'azione concreta e urgente in difesa dei diritti delle bambine, dei bambini e degli adolescenti più vulnerabili e del loro futuro”, spiegano i segretari organizzativi di Cgil (Ivana Galli), Cisl (Daniela Fumarola) e Uil (Emanuele Ronzoni): “La difesa della vita, la sicurezza e la crescita delle persone rappresentano i valori fondanti dell'esistenza, perché su queste basi si formano donne e uomini liberi che possono contribuire allo sviluppo della società, in una logica di solidarietà, confronto e di inclusione”.
Nel cantone di Una Sana si trova la maggior parte delle migliaia di migranti e rifugiati che cercano di attraversare il Paese per raggiungere l’Europa. Nel 2020 sono arrivate in Bosnia-Erzegovina più di 16 mila persone, provenienti principalmente da Afghanistan, Iraq, Iran, Siria e Pakistan. Bambini e adolescenti rappresentano il 18% del totale dei migranti e rifugiati accolti nei campi profughi e nei centri di accoglienza, e la metà di loro sono minori non accompagnati.
L'iniziativa consentirà a 750 bambini e adolescenti rifugiati, migranti o richiedenti asilo tra i 6 e i 17 anni, di poter beneficiare di un programma di preparazione e inserimento scolastico inclusivo in cinque scuole primarie del Paese a Bihac e Cazin, con il coinvolgimento di mediatori culturali e accompagnatori scolastici e la fornitura di pasti scolastici e materiale didattico, o di partecipare a programmi di educazione informale e di supporto psicosociale nei tre centri di accoglienza di Miral, Borici e Sedra.
“La collaborazione con Cgil, Cisl, Uil su questo progetto ha un grandissimo valore perché questi bambini e adolescenti sono fuggiti dalla guerra o dalla violenza estrema nei loro paesi, oltre che dalla povertà”, dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia. “Molti di loro vivono in condizioni di emergenza da anni, non sono potuti andare a scuola e hanno subito gravi traumi per la loro salute fisica e psicologica”, conclude: “L'accesso all'educazione rappresenta una grande opportunità perché li protegge, restituisce loro un senso di normalità e dà loro gli strumenti necessari per affrontare e costruire il futuro, rinforzando la loro resilienza”.