Giorgia Meloni lo annuncia in un video sui social: avviso di garanzia per la presidente del Consiglio, i ministri di Giustizia e Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e il sottosegretario Alfredo Mantovano per la vicenda del rilascio e del rimpatrio di Osema Almasri, il militare libico accusato dal tribunale dell’Aja di crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Nel video-messaggio Meloni sostiene di non essere ricattabile e di volere andare avanti a testa alta. Un impresa non facile, quest’ultima, soprattutto se si considerano le accuse della Corte penale internazionale che ha emanato il mandato d’arresto per Almasri: 34 detenuti uccisi e 22 violentati, tra i quali un bambino di 5 anni, oltre a pestaggi, torture e ordini alle guardie di picchiare e torturare. Il ras del carcere libico di Mitiga era arrestato a Torino su mandato internazionale il 19 gennaio, rilasciato due giorni dopo e rimpatriato per quello che i responsabili hanno definito un errore procedurale.
Circostanze che hanno subito suscitato dubbi sulla natura degli errori compiuti e delle decisioni prese e che hanno visto due ministri italiani pronunciare frasi che hanno alimentato il dibattito e le polemiche accese dall’emersione del caso: quello degli esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che “la corte dell’Aia non è la bocca della verità, mentre quello dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha giustificato il rimpatrio come la misura “più appropriata in quel momento” e “a salvaguardare la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico”.
Quello che colpisce è che Almasri, capo della polizia giudiziaria libica, non è ricercato perché pericoloso per il nostro Paese, ma per i detenuti, molto spesso migranti, che ha sottoposto a violenze inaudite. Ora Almasri ha nuovamente la possibilità di esercitare il suo potere di vita e di morte nelle carceri del suo Paese.
Nel podcast Sara Menafra, vicedirettrice del quotidiano on line Open e socia della rete di giornalismo investigativo Irpi Network, a margine di un convegno di politica internazionale, spiega le contraddizioni della vicenda.