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L’Italia è al centro di un acceso dibattito politico e sociale a causa del ddl Sicurezza promosso dal governo di destra guidato da Giorgia Meloni. Le reazioni non si sono fatte attendere, con manifestazioni di protesta diffuse su tutto il territorio nazionale, e con il presidio tenutosi a Roma ieri, sollevando preoccupazioni riguardo alla direzione autoritaria che il Paese potrebbe intraprendere. La notizia è stata ripresa anche all’estero, in particolare dal Guardian.
"Manifestazioni in Italia contro il ddl sicurezza ‘repressivo’”, titola il quotidiano britannico. Secondo il Guardian, le manifestazioni che si sono svolte mercoledì sera in tutta Italia contestano il nuovo ddl sicurezza, considerato "repressivo" e "pericoloso per la democrazia". Il ddl prevede un inasprimento delle pene per chi blocca strade o ferrovie, con multe fino a 300.000 euro e pene detentive, oltre a misure più severe contro chi protesta contro opere pubbliche strategiche come la TAV e il ponte sullo stretto di Messina. Un altro elemento controverso del ddl è l’introduzione di pene per chi compie atti di “resistenza passiva”, come gli scioperi della fame nei centri di detenzione per migranti.
“La Cgil – scrive il Guardian -, il sindacato più grande e potente d'Italia, ha dichiarato che il disegno di legge è ‘pericoloso per la democrazia del Paese’ e ha unito le forze con diverse associazioni, tra cui l'Anpi, l’associazione antifascista, per organizzare proteste contro ‘l'idea di sicurezza che uccide la libertà’ contenuta nel disegno di legge”.
“‘La destra – prosegue il Guardian - continua a considerare la sicurezza solo in termini di repressione e punizione delle lotte sociali’, hanno affermato le associazioni in una nota congiunta. ‘[Il governo] sta rendendo le pene più severe e introducendo nuovi reati che colpiranno le forme più pacifiche di protesta e comprimeranno gli spazi per la democrazia nel nostro Paese’”.
Anche il quotidiano francese Ouest-France dà ampio spazio alle proteste del 25 settembre: “Il ddl, già approvato alla Camera e in attesa del voto al Senato, introduce una serie di nuove pene e reati che colpiranno soprattutto i manifestanti che bloccano strade e ferrovie. Tra i punti più critici, vi è l'introduzione del reato di ‘rivolta’ nei centri per migranti e nelle prigioni, anche in caso di resistenza non violenta”. Le critiche si concentrano sull’accusa di autoritarismo, con la legge considerata come un attacco alla libertà di manifestare. Il media francese cita la posizione di Antonello Ciervo, professore di diritto presso l’Università La Sapienza di Roma, secondo il quale le pene sono sproporzionate rispetto alle infrazioni commesse .
Per la rivista sindacale francese Syndicalisme Hebdo, "Il ddl Meloni criminalizza i movimenti sociali". Il media sindacale evidenzia la preoccupazione delle confederazioni italiane Cgil e Uil per un provvedimento che introduce nuove fattispecie di reato, tra cui la "resistenza passiva". Il ddl, che prevede pene detentive fino a sei anni, è visto come un tentativo di eliminare la libertà di espressione e la possibilità di dissenso pacifico, soprattutto in ambito sindacale.
“Secondo i leader sindacali Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri, il decreto mette a rischio i diritti fondamentali dei lavoratori, criminalizzando le azioni sindacali e minacciando le libertà democratiche. La segretaria generale della Cfdt, Marylise Léon, ha denunciato il ddl come un attacco alle libertà fondamentali, sottolineando come l'estrema destra al potere abbia scelto di colpire i diritti dei lavoratori e la libertà di manifestazione”, scrive Syndicalisme Hebdo.