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L’Europa combatte la guerra del fuoco. Ogni estate la guerra peggiora. Il fronte del fuoco – rafforzato da un alleato potente, il cambiamento climatico – aggredisce l’Italia, la Grecia, la Spagna... E mancano i “soldati”. Il fuoco sta vincendo. In Italia ci vorrebbero 4 mila pompieri in più, solo nella Capitale almeno 500. Quelli che ci sono, lavorano in emergenza, rischiano e perdono la vita, non ce la fanno più, come si è visto a Roma dopo l’ultimo, grave incendio dello scorso 21 agosto.
L’ottimismo dei dati Eurostat
Ma la situazione è sotto controllo, sembra volerci dire l’Eurostat con i suoi dati pubblicati il 23 agosto: nel 2023, nell'UE, o meglio nei 21 Paesi che hanno dati disponibili, erano in forze 362.400 vigili del fuoco professionalizzati, 3.200 in più rispetto al 2022. Rappresentano – informa sempre Eurostat – lo 0,18% dell'occupazione totale dell'UE. I vigili del fuoco di età compresa tra 30 e 49 anni sono il 61% di tutti i vigili del fuoco. Tra questi, i sottogruppi più numerosi sono quelli di età compresa tra 40 e 44 anni (65.600), seguiti da quelli di età compresa tra 35 e 39 anni (59.100).
Nel 2022 – rileva ancora Eurostat – “la spesa delle amministrazioni pubbliche per i ‘servizi di protezione antincendio’ nei 27 Paesi dell'UE è ammontata a 37,8 miliardi di euro, con un aumento del 7,8 per cento rispetto al 2021 (35,1 miliardi di euro)”. Ma “la quota della spesa pubblica totale nell'UE dedicata ai servizi di protezione antincendio è rimasta stabile allo 0,5% della spesa totale dal 2016” a oggi.
Ma a leggerli bene…
Questi dati, però, ne nascondono altri più inquietanti, che motivano l’allarme diffuso nel nostro e in altri Paesi europei. Allarme che nella stagione autunnale alle porte, con inondazioni e altri fenomeni estremi, non potrà che aumentare. In 12 Stati membri, infatti, tra il 2022 e il 2023 i servizi antincendio e gli organici sono stati tagliati. È la Ces, il sindacato europeo, a renderlo noto, dopo avere approfondito i dati Eurostat senza accontentarsi dei numeri di facciata.
Tra i Paesi che hanno tagliato le risorse, informa la Confederazione europea dei sindacati, “figurano quelli che hanno subito enormi incendi boschivi nel 2023 (e nel 2024, aggiungiamo noi), come Grecia, Italia e Cipro. I tagli hanno coinciso anche con il secondo anno più caldo registrato nella storia europea”.
Italia, Grecia, Cipro e Germania hanno tagliato
Vediamoli, questi numeri. L’Italia è scesa da un organico di 41.444 vigili del fuoco nel 2022 a 37.200 nel 2023, quindi 4.240 in meno (-10.2 per cento). La Grecia, funestata dagli incendi nell’Attica, nel 2022 aveva 18.741 vigili del fuoco, e nel 2023 16.200, 2.540 in meno (-13,5 per cento). La Germania, che se non subisce incendi deve però gestire un vasto territorio sempre più a rischio di inondazioni: da 64.869 a 61.700, -3.170 (-4,8 per cento). Cipro ha ridotto l’organico del 28,6 per cento. L’Olanda del 18,3 per cento. La Svezia del 21,4 per cento. La Lituania addirittura del 50 per cento.
E l’austerità peggiorerà il quadro
“Il numero di vigili del fuoco – precisa la Ces – è stato ridotto per il secondo anno consecutivo in Germania, Ungheria, Romania e Svezia”. Ma la situazione potrebbe peggiorare, dopo l’approvazione primaverile della prossima governance europea, ispirata a una rinnovata austerità.
“La Commissione europea ha annunciato di recente che aprirà una ‘procedura per deficit eccessivo’ per un quarto degli Stati membri, il che rischia di spingerli verso nuovi tagli alla spesa”, osserva la Ces. Ma per il sindacato “l'UE dovrebbe investire in una giusta transizione verso un'economia verde, che garantirebbe di affrontare il cambiamento climatico creando al contempo posti di lavoro di qualità e finanziando adeguatamente i nostri servizi pubblici”.
Scelte davvero “irresponsabili”
Ridurre gli organici dei vigili del fuoco in piena crisi climatica è da “irresponsabili”, osserva la segretaria generale Ces Esther Lynch: “Questi tagli mettono a rischio la sicurezza della cittadinanza, del nostro ambiente e dei vigili del fuoco rimasti, che ora dovranno affrontare incendi più frequenti e gravi con meno risorse e meno riposo”.
Per la dirigente sindacale “i leader dell'UE non possono affermare di impegnarsi a proteggere l'Europa dal rischio crescente di incendi, mentre spingono i Paesi verso misure di austerità che lasciano i servizi pubblici sotto organico”.
“Oggi i vigili del fuoco devono affrontare incendi boschivi anche durante l'inverno, come succede in Svezia. Qualcosa che non si era mai visto prima”, commenta Jan Willem Goudriaan, segretario generale dell'Epsu, la federazione europea dei lavoratori pubblici.
“Il recente aumento di incendi e inondazioni in Europa non è solo una catastrofe naturale, ma è stato causato dall'uomo”, eppure “i governi stanno rendendo impossibile contenere o fermare queste catastrofi riducendo significativamente la forza lavoro, causando quindi sia una maggiore esposizione dei pochi vigili del fuoco al lavoro sia maggiori rischi psicosociali”, conclude Goudriaan.