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“Basta con l’impunità, la complicità, l’inazione. Cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti armati nel mondo”. Così inizia la convocazione per la manifestazione “Fermiamo la guerra, il tempo della pace è ora” firmata dalle cinque reti promotrici della Giornata Europe for Peace, Rete italiana pace e disarmo, Fondazione Perugia Assisi per la cultura della pace, Assisi pace giusta, Sbilanciamoci, a cui aderiscono oltre 400 associazioni, movimenti e organizzazioni.
Una mobilitazione nazionale che si articolerà contemporaneamente in sette città, Roma, Palermo, Milano, Cagliari, Torino, Bari e Firenze per chiedere “un cambio di rotta delle istituzioni nazionali e internazionali per fermare le guerre che devastano il mondo e per iniziare a costruire un tempo della pace possibile”. I sette capoluoghi accoglieranno
migliaia di manifestanti provenienti anche dalle regioni limitrofe, per costituire tutti insieme un popolo consapevole che le guerre in atto, oltre a essere sanguinose e drammatiche per i popoli che le subiscono, riguardano i cittadini di tutto il mondo.Le richieste che arriveranno dalle piazze sono articolate ed esposte nella convocazione delle associazioni: una conferenza di pace Onu per il rispetto e l’attuazione del diritto internazionale, dei diritti umani, del diritto dei popoli all’autodeterminazione, per il riconoscimento dello Stato di Palestina, per risolvere le guerre con il diritto e la giustizia.
E ancora si insiste per la risoluzione nonviolenta delle guerre, per una politica estera italiana ed europea di pace, di cooperazione e di sicurezza comune, per il disarmo, per vivere in pace, per la giustizia sociale e climatica, per il lavoro, per i diritti e la democrazia.
Tra i motivi della mobilitazione anche lo stop al riarmo, all’aumento delle spese militari, alla produzione e diffusione delle armi nucleari e all’invio di armi ai paesi in guerra. Temi dibattuti a livello internazionale e che riguardano direttamente anche l’Italia. E al governo del nostro Paese sarà rivolta anche la protesta per il diritto a manifestare, contro il recente ddl 1660 che contiene norme che invece tendono a limitare tale diritto.
In alcune piazze ci saranno anche le voci di israeliani e palestinesi, insieme per il cessate il fuoco in Medio Oriente e per testimoniare che il dialogo e la convivenza sono possibili. Ad aderire attivamente all’organizzazione anche la Cgil, con il segretario generale, Maurizio Landini, che parlerà dal palco romano al Colosseo.
La mattina a Bari, Palermo e Cagliari, il pomeriggio a Torino, Milano, Firenze e Roma: tutti insieme “per buttare fuori dalla storia le guerre, le invasioni, le occupazioni, i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, i genocidi, i terrorismi”.