A poco meno di un mese dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, l’ufficio politiche di genere della Cgil ha promosso un momento di riflessione sull’Europa e le donne per focalizzare una serie di elementi per un voto più consapevole. A prendere parte a questa iniziativa sono stati numerosi dirigenti della Cgil impegnati negli organismi europei, insieme a esperti del mondo accademico e della Ces, la Confederazione europea dei sindacati, che hanno analizzato le dinamiche decisionali, i limiti e le potenzialità delle decisioni europee sulla vita donne. Al centro del dibattito la necessità di inserire l’aborto tra i diritti fondamentali delle donne dell’Unione e tre direttive in particolare: quella sulla conciliazione vita-lavoro che ha degenderizzato il concetto di cura, quella sulla trasparenza salariale che punta a contrastare il gender pay gap e quella contro la violenza di genere.
Si parla spesso di Europa per evidenziare le conseguenze di norme e decisioni sulle legislazioni nazionali eppure, mentre molti governi europei virano a destra adottando politiche che limitano e comprimono l’emancipazione e l’autodeterminazione delle donne, il ruolo dell’Unione Europea è spesso quello di preservare un nocciolo inscalfibile di diritti e spingere verso forme più ampie di parità. Con il voto di giugno però si rischia una maggioranza parlamentare europea di ispirazione ultraconservatrice. Per avere ancora un’Europa dalla parte dei diritti delle donne e del lavoro, è importante andare a votare e farlo con piena consapevolezza, come ha sottolineato la segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione, concludendo l’iniziativa.