Il 10 Aprile 2024 il Parlamento europeo ha ufficialmente approvato il nuovo Patto Ue su migrazione e asilo. Un mese dopo il Consiglio lo ha adottato. E ora il nuovo testo si prepara a diventare legge. Si tratta di 10 regolamenti che prevedono procedure accelerate alla frontiera,l’estensione della detenzione amministrativa, e un nuovo meccanismo di distribuzione tra i diversi paesi.

Il testo stato accompagnato da vibranti proteste da parte della società civile europea, che lo considera, di fatto, lo smantellamento del diritto di asilo nell'Ue. Entro giugno 2026, in ogni caso, il Patto migrazione e asilo sarà legge su tutto il territorio dell'Unione.

Il patto

Fra due anni, infatti, gli Stati membri dovranno uniformare le procedure alle frontiere esterne, con l'obiettivo di valutare rapidamente la fondatezza delle richieste d’asilo. Le persone richiedenti asilo saranno trattenute in centri di detenzione fino a 12 settimane, in attesa di una decisione.

In particolare, chi proviene da Paesi con un tasso di riconoscimento dello status di rifugiato inferiore al 20% sarà obbligato a seguire questa procedura standardizzata, senza che la sua domanda venga esaminata individualmente. Questo inasprimento delle regole mira a velocizzare i rimpatri, soprattutto per coloro che provengono da nazioni considerate relativamente sicure. Tuttavia, si sollevano preoccupazioni riguardo alla possibilità di rimpatriare persone in Paesi come Iran, Afghanistan, Siria o Pakistan, a causa dell’ampliamento del concetto di "Stato terzo sicuro".

Una delle misure più criticate riguarda la riforma del sistema Eurodac, che prevede un rafforzamento delle operazioni di identificazione. Oltre alle impronte digitali, verranno raccolte immagini del volto e altri dati personali. Questo sistema è al centro delle critiche di alcune organizzazioni, che denunciano l'espansione della sorveglianza digitale sui migranti.

La riforma introduce inoltre misure controverse che riguardano i minori. L’età minima per l’applicazione delle nuove procedure viene infatti abbassata da 14 a 6 anni, rendendo vulnerabili anche i bambini molto piccoli a queste pratiche.

Sul piano operativo, però, sorgono molti interrogativi. Non è chiaro se i Paesi ai confini dell'Ue, già sotto pressione a causa dell'alto numero di migranti, riusciranno a gestire queste nuove procedure, e se verrà rispettato il principio di solidarietà tra Stati membri. In molti temono che la riforma possa ulteriormente sovraccaricare un sistema già al limite, con gravi ripercussioni per l'intera Europa.

Inoltre, nonostante queste misure restrittive, non si prevede che il flusso migratorio si arresti. Al contrario, le stime indicano un aumento delle migrazioni, anche a causa delle crescenti conseguenze del cambiamento climatico e delle guerre in atto.