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“Se entro il 2 novembre il Governo italiano non deciderà per la sua revoca, il Memorandum Italia - Libia sarà automaticamente rinnovato per altri tre anni. Facciamo quindi un appello affinché si rivedano questi accordi alla luce dei dati, delle testimonianze e delle tante denunce che si sono susseguite in questi cinque anni di vigenza del Memorandum stesso". È quanto dichiarano in una nota Cgil, Cisl, Uil.
"L’accordo, che nasceva con l’obiettivo di inviare aiuti economici e supporto alla guardia costiera libica per tentare di ridurre il traffico di migranti attraverso il Mediterraneo, contrastare l’immigrazione illegale e rafforzare la sicurezza alle frontiere - sottolineano le tre Confederazioni - non ha raggiunto nessuno degli obiettivi auspicati. Migliaia di donne, uomini e bambini in cerca di protezione sono stati intercettati in mare e riportati in Libia andando incontro a detenzione e torture. Infatti le violenze, i soprusi, i trattenimenti illegittimi sono purtroppo all’ordine del giorno in Libia la cui situazione politica è particolarmente instabile. Secondo molteplici testimonianze, non sono garantite protezioni ai soggetti più vulnerabili, nei centri di detenzione libici sono negati i più elementari diritti civili e umani, non c’è trasparenza sull’operato della guardia costiera libica, spesso collusa con i trafficanti".
"Si tratta, dunque - proseguono Cgil, Cisl, Uil - di una politica di esternalizzazione delle frontiere, praticata ai danni dei diritti fondamentali della persona, che ha solo prodotto sofferenze e morti in mare. Non può essere questa la risposta che si dà in Europa a chi è costretto o a chi sceglie di migrare. Non può essere che risorse pubbliche, che dovrebbero essere utilizzate in politiche di cooperazione e di sostegno allo sviluppo, siano invece utilizzate per alzare muri senza alcun rispetto dei diritti umani".
Per i sindacati "cambiare approccio alle politiche, a partire dalla costruzione di una vera regia europea che metta al centro i valori della solidarietà e dell'accoglienza è più che mai necessario. Da tempo indichiamo alcune priorità: aumentare i corridoi umanitari, garantire il diritto di asilo per ragioni umanitarie, garantire il salvataggio e il soccorso in mare, favorire la promozione di canali di ingresso legali, facilitare i ricongiungimenti familiari, superare l’accordo di Dublino".
"Il fenomeno migratorio è ormai strutturale e irreversibile e deve essere considerato una risorsa, a maggior ragione in un Paese come il nostro caratterizzato da una profonda crisi demografica che se non corretta potrebbe determinarne il declino. Possiamo dunque costruire politiche per favorire una buona accoglienza e buoni processi di inclusione lavorativa e sociale. Come sindacato auspichiamo che si possa aprire una interlocuzione seria, a livello europeo e in Italia, per superare la concezione della immigrazione come emergenza e per rivendicare azioni che favoriscano una gestione condivisa e responsabile dei fenomeni migratori", concludono Cgil, Cisl, Uil.