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Venerdì 18 novembre l’IG Metall e i datori di lavoro hanno firmato il contratto collettivo per l’industria metalmeccanica ed elettrica tedesca che ha una durata di due anni. Mentre il contratto del 2021 era focalizzato sulla salvaguardia dell’occupazione, il nuovo contratto collettivo ha soprattutto l’obiettivo di tutelare il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori.
I contenuti dell’accordo
L’accordo pilota, che quest’anno è stato firmato nella Regione del Baden-Württemberg, prevede un aumento delle retribuzioni del 5,2 per cento a partire dal 1° giugno 2023 e di un ulteriore 3,3 per cento dal 1° maggio 2024. Si tratta, quindi, di un aumento strutturale dell’8,5 per cento su 24 mesi.
Viene aumentato anche l’importo aggiuntivo, che è una componente del salario che fu introdotta con il contratto collettivo firmato nel febbraio 2018. Si tratta di un pagamento che viene erogato una volta all’anno e che finora corrispondeva al 12,3 per cento di una mensilità del livello d'inquadramento di riferimento (livello 7). A partire dal 1° gennaio 2023 sarà aumentata in modo permanente dal 12,3 al 18,5 per cento, passando così da poco meno di 400 euro a circa 600.
Sono previsti, inoltre, pagamenti una tantum esenti da tasse e contributi previdenziali per un totale di 3 mila euro, suddiviso in due rate da 1.500 euro, da versare entro la fine di febbraio 2023 e la fine di febbraio 2024. In questo caso si tratta dell’applicazione di una misura del governo federale che offre ai datori di lavoro la possibilità, nel periodo compreso tra il 26 ottobre 2022 e il 31 dicembre 2024, di versare ai propri dipendenti un premio di compensazione dell’inflazione fino a un importo di 3 mila euro, esenti da imposte e contributi sociali, in aggiunta ai salari dovuti, al fine di alleviare l’inflazione attualmente molto elevata.
Complessivamente si tratterebbe di un aumento di circa 7 mila euro per un lavoratore qualificato, di cui 3 mila euro esenti da tasse e contributi. Secondo il segretario generale dell’IG Metall Jörg Hofmann, i livelli d'inquadramento più bassi beneficerebbero in modo superiore alla media di questo risultato.
L’associazione dei datori di lavoro ha comunque ottenuto un elemento di differenziazione per le aziende che si trovano in situazioni di difficoltà economica. Sono state approvate opzioni di sgravio che prevedono, fra l’altro, che queste aziende in difficoltà possano posticipare il pagamento dell’importo aggiuntivo di 600 euro (vedi sopra) fino a sei mesi se il loro rendimento netto sulle vendite scende al di sotto del 2,3 per cento.
In caso di difficoltà economica è anche possibile stipulare un accordo aziendale che stabilisce il pagamento del premio di compensazione dell’inflazione in altri momenti. In questo caso, almeno 750 euro devono essere comunque versati nel gennaio 2023.
Il nuovo contratto collettivo ha una durata di 24 mesi, cioè dal 1° ottobre 2022 al 30 settembre 2024. Intanto è stato firmato per circa un milione di lavoratrici e lavoratori della Regione del Baden-Württemberg, ma il comitato esecutivo dell’IG Metall, così come l’associazione dei datori del lavoro a livello nazionale Gesamtmetall, hanno raccomandato l’adozione del risultato anche in tutte le altre regioni. In questo modo il risultato verrebbe trasferito all’intero territorio federale per complessivamente 3,9 milioni di lavoratrici e lavoratori metalmeccanici.
L’andamento delle trattative
La contrattazione collettiva nella più grande industria tedesca quest’anno si è rivelata difficile soprattutto a causa dell’alta inflazione. In estate, l’IG Metall aveva chiesto un aumento dell’8 per cento su un periodo di 12 mesi. Mentre il sindacato ha sostenuto la sua richiesta a causa della perdita di potere d’acquisto dovuta all’elevato tasso d’inflazione, i datori di lavoro hanno sottolineato che molte aziende si trovano in serie difficoltà economiche.
Hanno sottolineato la situazione d’incertezza delle aziende e il massiccio aumento dei prezzi dell’energia dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Perciò i datori di lavoro hanno chiesto che le aziende non vengano sovraccaricate finanziariamente. Inoltre hanno insistito sulla flessibilità per le aziende che si trovano in una situazione difficile, e per le emergenze quando il gas non è disponibile e la produzione è minacciata.
Sulla base di quest’argomentazione i datori di lavoro inizialmente offrivano solo la somma forfettaria di 3 mila euro su 30 mesi, per di più in esenzione da tasse e contributi previdenziali (vedi sopra). Erano disposti ad accettare un aumento percentuale strutturale dei salari solo se il sindacato fosse stato disposto ad accettare una durata del contratto collettivo più lunga.
Le principali questioni aperte sono state quindi la durata e l’ammontare dei possibili aumenti salariali. Infine, l’accordo è stato reso possibile solo grazie all’enorme pressione esercitata dalle lavoratrici e dai lavoratori. Secondo l’IG Metall, quasi 900 mila lavoratrici e lavoratori hanno partecipato agli scioperi di avvertimento in tutta la Germania nelle tre settimane prima della conclusione delle trattative. In caso di fallimento delle trattative, l’IG Metall aveva già messo in campo scioperi di avvertimento di 24 ore e consultazioni con successivi scioperi nelle singole regioni.
La situazione delle aziende
Mentre i datori di lavoro hanno disegnato una situazione economica cupa e una situazione delle aziende molto critica, il sindacato ha fornito dati che dimostrano invece che la maggior parte delle aziende continua a guadagnare bene. Nonostante le crisi, il 2022 dovrebbe essere infatti un anno record per le principali aziende tedesche.
Nell’ultimo trimestre le società del Dax 40 (Deutscher Aktienindex), ovvero le 40 maggiori società tedesche per capitalizzazione di mercato, hanno registrato nuovamente utili record. Insieme, le società hanno guadagnato 30 miliardi di euro netti, una cifra mai raggiunta prima in un terzo trimestre. Secondo i calcoli del quotidiano tedesco di economia e finanza Handelsblatt, si tratta di ben tre miliardi di euro in più rispetto a un anno fa, con un aumento del 12 per cento.
Siemens è stata l’ultima società del Dax a presentare il bilancio dei mesi da luglio a settembre. L’azienda di Monaco ha registrato un utile netto di 2,7 miliardi di euro, più del doppio rispetto all’anno precedente. Diverse altre aziende, tra cui Mercedes, Henkel, Infineon e Deutsche Telekom, hanno alzato le loro previsioni annuali grazie alla buona performance degli ultimi tre mesi. Questo vale anche per altre aziende meno note che stanno in seconda e terza fila.
La valutazione dell’IG Metall
Secondo l’IG Metall è stato raggiunto un compromesso accettabile. Il segretario generale dell’IG Metall del Baden-Württemberg Roman Zitzelsberger sottolinea che con questo contratto collettivo viene garantito un considerevole aumento percentuale permanente dei salari. “Il nostro obiettivo principale è stato raggiunto”, ha dichiarato Zitzelsberger. Ha comunque ammesso che il sindacato avrebbe preferito che i pagamenti degli aumenti avvenissero prima.
Anche il segretario generale dell’IG Metall Jörg Hofmann afferma che “in un periodo estremamente difficile siamo riusciti ad alleggerire sensibilmente l’onere per le lavoratrici e i lavoratori, a stabilizzare i salari a lungo termine e a rafforzare il potere d’acquisto”. Secondo Hofmann il contratto collettivo raggiunto sostiene anche l’economia tedesca, visto che contribuisce a sostenere il consumo e di conseguenza a limitare le tendenze recessive.
L’IG Metall ha anche respinto le accuse secondo le quali gli aumenti salariali avrebbero contribuito a un ulteriore aumento dell’inflazione. Il sindacato ha invece sottolineato che le lavoratrici e i lavoratori hanno molto da recuperare in termini di salario, perché già prima erano esposti a forti aumenti dei prezzi. Quindi, in questo senso, gli aumenti salariali sono solo una compensazione per ciò che i lavoratori hanno già subìto per mesi, ovvero prezzi e costi energetici significativamente più alti.
La valutazione dell’associazione datoriale
Come aspetti positivi del contratto collettivo i datori di lavoro hanno messo in evidenza tutti gli aspetti di flessibilità che sono riusciti a ottenere. Secondo Gesamtmetall, il fatto che i pagamenti degli aumenti inizino solo in primavera dà alle aziende un po’ di respiro. Inoltre viene sottolineato che l’accordo prevede sgravi per le aziende in difficoltà.
Dall’altro lato, gli aumenti salariali vengono visti come un peso per le aziende. “Alla luce della difficilissima situazione economica e delle enormi incertezze, questo compromesso è certamente doloroso in molti punti e assolutamente al limite di ciò che consideriamo appena accettabile per la maggioranza dei nostri membri”, ha spiegato Harald Marquardt, capo negoziatore dell’associazione datoriale regionale Südwestmetall. Il nuovo contratto collettivo viene considerato accettabile solo perché la lunga durata di 24 mesi garantisce alle aziende una sicurezza di pianificazione.
I datori di lavoro contano di superare rapidamente un’eventuale recessione e di tornare a crescere entro il 2024. Secondo Stefan Wolf, presidente di Gesamtmetall, il risultato viene considerato un “forte anticipo” sulla futura ripresa. Tuttavia, ha ammesso che l’accordo è al di sopra di ciò che i datori di lavoro volevano effettivamente e di ciò che offre la situazione attuale.
I datori di lavoro hanno espresso sollievo per il fatto che con la firma del contratto collettivo è stato evitato un intensificarsi del movimento degli scioperi, visto che ulteriori fermate avrebbero recato danni ancora maggiori alle aziende. La pressione sulla delegazione trattante dei datori di lavoro è stata infatti grande. Aziende come la Mercedes, che in questa fase stanno guadagnando molto, preferivano accettare gli aumenti salariali piuttosto che rischiare altri arresti delle linee di produzione.
Nessuna spirale tra salari e prezzi come risultato dei contratti collettivi
Durante le trattative nel settore metalmeccanico, l’accordo raggiunto a ottobre per i 580 mila dipendenti dell’industria chimico-farmaceutica è sempre stato utilizzato come termine di paragone. Il sindacato dei lavoratori delle miniere, della chimica e dell’energia aveva concordato con i datori di lavoro due pagamenti esenti da imposte e contributi previdenziali di 1.500 euro e due scatti del 3,25 per cento ciascuno. Con una durata di 20 mesi, questo si traduce in un aumento medio di quasi il 13 per cento, secondo il sindacato, e può quasi compensare gli attuali alti tassi d'inflazione.
Questi due contratti collettivi firmati nelle due più grandi industrie tedesche dimostrano quanto il premio di compensazione dell’inflazione di 3 mila euro abbia contribuito agli esiti positivi delle trattative. L’opzione dei premi di compensazione dell’inflazione esenti da imposte e contributi previdenziali ha tolto una notevole pressione dalle controversie della contrattazione collettiva e ha in effetti spianato la strada alle parti sociali del settore metalmeccanico e chimico.
Inoltre c’è da sottolineare che due tornate di contrattazione collettiva si sono concluse con l’industria metalmeccanica e chimica senza una grande pressione sui prezzi. Gli economisti tedeschi confermano che al momento non c’è pericolo che dagli aumenti salariali possa partire una spinta all’andamento inflazionistico. Non si prevede una spirale tra salari e prezzi come risultato dei contratti collettivi raggiunti finora. Questo è in parte anche dovuto al fatto che una buona parte degli aumenti salariali non è strutturale.
Anche se un aumento salariale dell’8,5 per cento e 3 mila euro in più sembrano tanti soldi, la verità è che questi aumenti probabilmente non saranno in grado di compensare pienamente l’andamento inflazionistico. Il Consiglio di esperti economici della Germania (Sachverständigenrat zur Begutachtung der gesamtwirtschaftlichen Entwicklung) prevede infatti un tasso di inflazione dell’8 per cento per l’anno in corso e del 7,4 per cento per il 2023.
Ma se i contratti collettivi non riescono a garantire il potere d’acquisto dei salari, significa che anche in questa crisi la redistribuzione a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori continua.
Volker Telljohann, Ires Cgil Emilia-Romagna