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La Cgil contro "le scelte sbagliate della Bce e l’inerzia del governo" che secondo ul segretario generale Maurizio Landini "non risolvono un’inflazione da profitti e impoveriscono milioni di lavoratori e pensionati”.
“Dopo 7 rialzi dei tassi, per 400 punti base in totale, - prosegue il leader della Cgil - l’annuncio del presidente della Bce, di un ulteriore aumento a luglio, rappresenta una scelta sbagliata e controproducente per l’intera economia europea. Una scelta, peraltro, in contraddizione con le stesse analisi della governatrice centrale che ha spiegato come circa due terzi dell’inflazione dipendano dalla forte crescita dei profitti delle imprese. A conferma, dunque, che non c’è alcuna spirale salari-prezzi, al punto che la stessa Lagarde ha invitato le imprese ad assorbire l’aumento del costo del lavoro nei loro margini”.
“Da tempo denunciamo - aggiunge il segretario della Cgil - la spirale profitti-prezzi e il rischio di una fase recessiva, che può essere evitata solo aumentando significativamente i salari. Mentre il governo italiano da una parte critica le scelte della Bce, ma dall’altra non tassa gli extraprofitti, non contrasta l’evasione, attua politiche fiscali regressive, riduce i sostegni alle famiglie per il “caro energia”, non affronta l’emergenza salariale, non rinnova i contratti del pubblico impiego - mandando un pessimo segnale anche ai settori privati -, taglia sanità e servizi, non utilizza strumenti di governo dei prezzi e non implementa investimenti e Pnrr”.
“Gli effetti negativi di questa linea di politica economica - conclude Landini - si scaricano interamente sui redditi fissi. A crescere sono solo i bilanci delle banche e i margini delle imprese, ma non è impoverendo milioni di persone e comprimendo la domanda interna che si combatte l’inflazione e si rilancia l’economia italiana. Pertanto, è sempre più urgente rinnovare tutti i contratti nazionali e mettere in campo politiche fiscali e sociali a sostegno di lavoratori e pensionati”.