Sabato 28 settembre si terrà a Verona la manifestazione regionale in difesa della sanità pubblica, organizzata dal comitato veneto della rete nazionale “La Via maestra” di cui fanno parte le strutture regionali della Cgil, Auser, Federconsumatori, Sunia, Co.Ve.Sap., Anpi, Libera, Legambiente, Arci, Acli, Associazione Proteo, Rete degli studenti medi.

I numeri: in Veneto mancano 3500 medici ospedalieri…

In Veneto mancano 3500 medici ospedalieri, 450 medici di medicina generale, 6000 infermieri. Il Veneto è sotto la media nazionale per quanto riguarda i medici ogni 1000 abitanti (1,84 contro 2,11) e la situazione peggiora di anno in anno: Dal 2010 al 2023 il numero totale dei medici è diminuito di 170 unità. Nel 2023 il 67% dei pensionamenti dei medici e il 54% dei pensionamenti degli infermieri era “inatteso”.

E per quanto riguarda le liste d’attesa, da una ricerca della Cgil Veneto e del Co.Ve.Sap, Coordinamento veneto sanità pubblica, risulta che nel 2023 il 70% dei cittadini che contattano il cup per prenotare una visita o una prestazione viene messo nelle liste d’attesa o di galleggiamento. Di questo 70% solo un terzo riceve poi effettivamente un appuntamento dal cup. Per quanto riguarda le liste d’attesa per gli interventi chirurgici, nonostante le numerose richieste, la Regione continua a non far pervenire alcun dato.

Tiziana Basso, Cgil Veneto: “Qui la salute rappresenta l’urgenza primaria”

“Per il nostro territorio – dichiara Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto – la salute rappresenta l’urgenza primaria, per via del progressivo definanziamento e peggioramento della qualità dei servizi ma anche per i pesanti carichi di lavoro a cui è sottoposto il personale sanitario, a cui si aggiungono le continue aggressioni. Ora, a fronte di questa situazione, la ricetta della Regione Veneta è quella di aumentare il numero di specialisti con incarichi di lavoro autonomo, con remunerazione di 100 euro all’ora. In questo modo ci sarà un ulteriore svilimento della professione, con medici che in pochi giorni prenderanno quanto un collega in un mese. Lo spostamento sul privato è evidente a tutti: in un anno i centri di medicina privati, spesso multinazionali, hanno addirittura raddoppiato il fatturato e questo non può non far riflettere e agire, partendo appunto dalla manifestazione di sabato”.

Co.Ve.Sap: “Molti sono costretti a pagare la prestazione o a rinunciare a curarsi”

“La carenza del personale e dei servizi – spiega Mariapina Rizzo, Co.Ve.Sap –ha prodotto il fenomeno delle lunghe liste d’attesa per fruire una prestazione sanitaria. Il risultato è che molti sono costretti a pagare la prestazione o a rinunciare a curarsi. Il Veneto, nel 2023, è la prima regione in Italia per spesa “out of pocket” per la sanità, mentre parallelamente, l’introito derivante dai ticket è calato di circa il 20%”.

Anpi: “La salute non può essere però ridotta a merce”

“Da anni – dichiara Andrea Castagna, Anpi – è in atto un progressivo indebolimento dei servizi sociosanitari pubblici e delle misure di protezione sociale, in piena antitesi con l’articolo 32 della Costituzione. Da qualche decennio, la politica ha deciso che sull’intervento pubblico era possibile affiancare l’intervento privato, è accaduto nei trasporti e in altri ambiti ed ora accade in sanità, uno degli ambiti più centrali nella vita delle persone. La salute non può essere però ridotta a merce e resa accessibile solo a chi può permetterselo”.

Appuntamento quindi sabato 28 settembre alle ore 10 alla stazione di Verona Porta nuova per chiedere un cambiamento radicale nelle politiche socio-sanitarie.

(Altri soggetti regionali aderenti alla manifestazione: Emergency Veneto, Fish Veneto, Aitsam Veneto, Partito Democratico Veneto, Movimento 5 stelle Veneto, + Europa Veneto, Sinistra italiana Veneto, Rifondazione comunista Veneto, Partito comunista italiano Veneto)