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Il segretario generale della Cgil Calabria, Gianfranco Trotta, ha fatto visita, insieme a una delegazione della Camera del Lavoro di Cosenza, al campo di Ferramonti di Tarsia. Il più grande dei 15 campi di internamento costruiti nell'estate del 1940 su ordine di Benito Mussolini e anche il principale, in termini di consistenza numerica, tra i numerosi luoghi di internamento per ebrei, apolidi, stranieri nemici e slavi all'indomani dell'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale.
“Una scelta dovuta – ha affermato il segretario della Cgil Calabria – e che avevo anticipato sin dal mio insediamento. Un luogo simbolo del fascismo, del razzismo e della volontà di segregare, separare, eliminare. Impossibile non pensare a oggi, a quanto accaduto con i centri per migranti in Albania. Un’operazione costata milioni di euro mossa dalla ricerca di un facile consenso tra quei focolai di razzismo e neofascismo che si sono riaccesi nel Paese, ma anche frutto di quella becera e iniqua matrice fascista che sta caratterizzando le attività del governo”.
“Ferramonti – ha continuato Trotta – racchiude simbolicamente il nostro, mai celato, anzi sempre urlato, antifascismo e il nostro pieno sostegno alle politiche di accoglienza dei migranti, non solo in un’ottica di tipo umanitario ma anche di sviluppo e crescita di un paese con sempre meno forza giovanile”.
“Come Cgil – ha concluso – ribadiamo il nostro supporto alle esperienze di Camini, Riace e Acquaformosa che stanno riportando vita e ossigeno alle aree interne, richiamando servizi e combattendo la desertificazione e l’abbandono”