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La decisione del Consiglio dei Ministri di decretare lo stato di emergenza sui migranti appare sproporzionata e inutile, è solo propaganda orientata a distrarre l’opinione pubblica dai più urgenti problemi del Paese”. Lo afferma in una nota la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti.
L’aumento degli sbarchi - sottolinea la dirigente sindacale - non può essere affrontato con l’istituzione di nuovi centri per il rimpatrio e ipotetiche espulsioni. La storia degli ultimi vent’anni ci insegna che questo è un modo disumano e totalmente inefficace di affrontare un tema che non è emergenziale, ma che meriterebbe altre politiche a livello sia europeo, che dei singoli stati, anzitutto per modificare gli squilibri mondiali che generano vittime, profughi e disperati in cerca di una prospettiva di vita migliore”.
Per Scacchetti “si grida all’emergenza e contemporaneamente, in relazione al decreto flussi, assistiamo, in poche ore, a oltre 200 mila domande di regolarizzazione a fronte di 82 mila possibili ingressi, mentre le imprese continuano a richiedere domanda di manodopera che, in assenza di canali legali di ingresso, alimenta sfruttamento e lavoro nero”.
La dichiarazione di stato di emergenza su tutto il territorio nazionale rischia di essere - aggiunge la segretaria confederale - un atto meramente politico che non migliora e non aiuta i territori che da soli fronteggiano gli sbarchi. Inoltre, non viene posta la questione di dotarsi ordinariamente di un adeguato sistema di accoglienza prevedendo le indispensabili azioni di rafforzamento ove necessarie”. Le vere emergenze di questo Paese "sono la debole crescita economica, l’aumento della povertà e della precarietà, la crescita delle disuguaglianze, emergenze che non sono adeguatamente affrontate, e che - conclude Scacchetti - meriterebbero davvero una dichiarazione di stato di emergenza”.