Le sfide del 2023 per l’Inca, il patronato della Cgil, si rinnoveranno nel 2024, che si preannuncia come “un altro anno di battaglia e lotta per la tutela individuale”. Parola di Michele Pagliaro, presidente dell’istituto nazionale confederale di assistenza.
Pagliaro, a colloquio con Collettiva, ricorda i passaggi principali degli ultimi dodici mesi, ma allunga lo sguardo sul futuro prossimo che attende il patronato. Tra un’organizzazione sempre più sofisticata, con il nuovo servizio di prenotazione online che ridurrà i tempi di attività, permettendo alle persone di ricevere l’assistenza dei sindacalisti della tutela individuale in tempi ancora più rapidi, e le preoccupazioni per le decisioni politiche del governo che sono già chiare a leggere le bozze della Legge di Bilancio e che rischiano di penalizzare ancora una volta chi avrebbe più bisogno di un sostegno concreto.
Con un’attenzione particolare al tema delle migrazioni – lunedì prossimo, 18 dicembre, si celebra la Giornata internazionale del migrante –. Non solo quelle dirette in Italia, che il governo spaccia ancora per emergenza, facendo finta di non sapere che il nostro sistema ha bisogno di lavoratrici e lavoratori stranieri. Anche quelle che vedono ormai stabilmente 130mila giovani lasciare l’Italia per trasferirsi all’estero. “Altro che chiudere i porti – Pagliaro cita Landini –: qui bisognerebbe chiudere gli aeroporti”, ossia creare condizioni di vita e di lavoro migliori per trattenerli, investire sulle nuove generazioni.
Per tutto questo, “sarà un 2024 di lotta per la tutela individuale”.