“Dal 3 aprile – ci ha spiegato Monica Iviglia, presidentessa del Consorzio nazionale dei Caaf Cgi – è possibile fare l’Isee per vedersi riconosciuto un minore importo per effetto della franchigia dei titoli di Stato. In pratica tutti i cittadini che hanno già fatto l’Isee nei mesi di gennaio, febbraio e marzo e che hanno nel proprio patrimonio mobiliare dei titoli di Stato, bot, btp, buoni della Posta, potranno avere, teoricamente, un minore indicatore Isee. Teoricamente, perché non è detto che il valore dei titoli di Stato che gli italiani hanno nel proprio patrimonio, possa incidere davvero sull’indicatore Isee”. 

“Quello che è importante – sottolinea Monica Iviglia – è che tutti coloro che hanno bisogno di questo indicatore per accedere alle varie prestazioni locali come asili nido, tariffe dei vari enti locali, università o i vari bonus, si rechino ai Caaf della Cgil per verificare se sono percettori di una prestazione, escludendo i titoli di Stato che hanno nel proprio patrimonio”.

“È una misura che doveva entrare in vigore nel 2024, il governo si è preso un anno e mezzo di tempo per metterla a terra, con problemi organizzativi per i Caaf, visto che la novità arriva ad aprile 2025 in contemporanea con la campagna per il 730 che è iniziata proprio negli stessi giorni, ma come Caaf Cgil ci siamo organizzati affinché tutti quelli che ne hanno diritto, possano essere tutelati al meglio e possano averne diritto”.

Iviglia: “Il rischio è che i vantaggi della esenzione dei titoli di Stato non ricadano su chi, secondo la Cgil, ne avrebbe più diritto”

“Una nota critica su questa misura è legata al fatto che – lo abbiamo scoperto facendo le simulazioni – è possibile che i vantaggi della esenzione dei titoli di Stato non ricadano su chi, secondo la Cgil, ne avrebbe più diritto. Togliendo i titoli di Stato dal calcolo Isee, paradossalmente, alcuni cittadini potrebbero scavalcare nelle liste di attesa per le prestazioni chi ne ha più bisogno e non ha un patrimonio mobiliare”. 

Iviglia: “Ciò che si risparmia da un lato potrebbe essere richiesto dall’altro con le tasse locali”

“La misura per adesso è ancora in fase di avvio, valuteremo l’anno prossimo quale tipo di discriminazioni potrebbe portare nei confronti dei cittadini. Senza contare che gli enti locali non sono stati rifinanziati a seguito di queste agevolazioni garantite ai cittadini da questa misura per la quale pagheranno quindi tariffe più basse avendo un indicatore Isee comunque più basso. Potremmo ritrovarci al solito nella situazione in cui ciò che è stato risparmiato ai cittadini da una parte verrà chiesto loro magari da un’altra parte con gli aumenti dei tributi locali, quindi le addizionali regionali e comunali. Del resto se le risorse per pagare i servizi non sono sufficienti, da qualche parte si pescano e si finisce sempre per pescarle con le tasse dei cittadini”.

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