L'ammiraglio Vittorio Alessandro spiega perché il sistema italiano di salvataggio dei migranti in mare è “sbagliato”, in virtù della sua esperienza professionale che lo ha portato a raccontare i soccorsi nel canale di Sicilia nel volume “Puntomare” e a fronte dei numeri forniti sui migranti naufragati nel mediterraneo e degli episodi che in questi giorni si stanno verificando in prossimità delle nostre coste.  

Infatti più di 1.600 bambini, donne e uomini sono annegati nel solo Mediterraneo centrale nel 2024 quasi 21.000 persone in fuga sono state intercettate in mare dalla cosiddetta Guardia costiera libica e costrette a rientrare nel ciclo di sfruttamento e violenza della Libia. Allo stesso tempo, più di 12.000 persone sono state salvate in mare dalla flotta civile. Sono i dati resi noti, nella sua relazione annuale per il 2024, dalla Ong Sos Humanity. I dati sui morti in mare sono stati confermati anche dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni in Libia. 

Le norme introdotte dal governo Meloni sulla ricerca e il soccorso non governativo (legge Piantedosi e decreto flussi in primis) ostacolano i salvataggi da parte delle navi delle ong, che, come vediamo anche in questi giorni, sono costrette a intraprendere per giorni navigazioni con a bordo i migranti recuperati, spesso in pessime condizioni, affrontando talvolta condizioni meteorologiche avverse. Senza contare che, come ha detto il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, "i drammi migratori sono talvolta oggetto di gestioni strumentali da parte di alcuni Stati per trasformarli in minaccia nei confronti dei vicini, in palese violazione di convenzioni internazionali liberamente sottoscritte".