Il primo atto del governo Meloni, come si ricorderà, è stato un decreto – il 2 gennaio 2023 – che torna a colpire le Ong. La nave soccorso dell'Ong Mediterranea è in rada a Trapani in attesa di un'ispezione che dovrebbe permettere all'imbarcazione di riprendere il largo verso metà febbraio. Luca Casarini, capo missione, spiega in questo podcast cosa è cambiato in questi mesi: "È tutto in regola, ma ovviamente siamo preoccupati, perché il clima politico di parte governativa a cui deve rispondere anche la guardia costiera in Italia non è dei migliori".
Tuttavia Casarini rimarca come da tempo, dal 2017, "siamo obbligati a combattere una guerra che non vogliamo, perché i governi cercano di ostacolare il lavoro del soccorso civile in mare. Una situazione surreale che ha cambiato la natura dello stesso soccorso, diventato terreno di conflitto politico, reato potenziale, forma di insubordinazione. C'è chi lo fa in maniera soft e chi hard, ma noi abbiamo sempre lottato per poter uscire in mare, nessuno ci ha mai detto grazie".
Roberto Ammatuna è il sindaco di Pozzallo, uno dei luoghi di sbarco per eccellenza di tanti disperati in fuga da fame e conflitti. È stato rieletto da pochi mesi con tantissimi consensi, a dimostrazione che l'accoglienza non necessariamente, come molti insinuano, porta alla sconfitta politica.
"Il decreto Piantedosi ha prodotto maggiore insicurezza oltre che disumanità e inciviltà in una città di frontiera come quella di Pozzallo. Dopo tre anni in cui gli sbarchi avvenivano in maniera ordinata e con un regolare turn-over delle persone tra gli hotspot e i centri di accoglienza, oggi i migranti restano per settimane e mesi all'interno degli hotspot stessi".
Ma, aggiunge, "poiché sono esseri umani e non possono essere tenuti rinchiusi escono in gruppi anche consistenti e vanno in giro per la città. Finora non è accaduto nulla, ma tutto questo produce un po' di timore in una città che è stata sempre simbolo dell'accoglienza".