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La libertà delle donne è il metro della democrazia e della civiltà di un Paese e oggi siamo qui per esprimere la nostra preoccupazione per il clima di regressione che si respira nel mondo e vogliamo manifestare la nostra vicinanza e sostegno alle lotte delle donne. Donne in prima fila per la dignità, i diritti, la libertà loro e di tutti e per una società più giusta ed eguale. Dall’Iran, all’Afganistan, all’Ucraina, la Birmania e in tutti i Paesi in cui è necessario lottare per i diritti, la libertà, l’uguaglianza, la pace.
In piazza contro l'oscurantismo
Donna, vita, libertà è lo slogan meraviglioso che ha dato voce alle proteste per la libertà delle donne iraniane e oggi, 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale delle Donne, siamo qui davanti all’ambasciata iraniana, per esprimere la nostra solidarietà a tutte le donne iraniane che hanno avuto il coraggio di riempire le piazze contro l’autoritarismo, il patriarcato, l’oscurantismo del regime iraniano… in piazza per la loro libertà di decidere dei propri corpi e della propria vita.
Come 44 anni fa, a Teheran
Oggi, proprio 44 anni dopo che 100 mila donne iraniane scesero in piazza, in quel lontano 1979 a Teheran per protestare contro la legge che imponeva loro il velo. Vogliamo un mondo dove le donne siano libere di decidere come vestirsi, come pensare, come amare. Un mondo dove le bambine e le ragazze possano andare a scuola (a scuola senza temere di essere avvelenate); le ragazze possano andare all’università, le donne possano lavorare, guidare una macchina, uscire di casa, potersi curare, esprimere il loro pensiero, votare, partecipare alla vita pubblica, poter decidere se essere o non essere madre. Donne che non siano più vittime di abusi, di stupri a partire dai Paesi in guerra.
La repressione iraniana deve finire
Le donne vogliono e devono essere libere. Perché in troppe parti del mondo questo non è possibile. Quelli che sono diritti umani, diritti universali e di cittadinanza a troppe donne sono ancora drammaticamente negati. E dove vengono negati i diritti alle donne, in Iran, in Afganistan e in ogni parte del mondo, sono negati i diritti a tutti.
Nonostante le condanne della comunità internazionale, le autorità iraniane continuano a reprimere le manifestanti e i manifestanti con una violenza inaudita: oltre 500 persone sono state uccise, tra cui 70 bambini e almeno 29 donne e 20 mila donne sono state arrestate. Per questo chiediamo, qui davanti a questa Ambasciata, che le autorità iraniane mettano fine alla repressione contro le donne che chiedono rispetto per i diritti e le libertà fondamentali e che si metta fine alla persecuzione e alle condanne a morte di prigionieri politici e manifestanti.
L'impegno della Cgil
Come sindacato siamo scesi in piazza con le donne iraniane e dato il nostro sostegno alle rivendicazioni della comunità iraniana in Italia in tante nostre manifestazioni. Ci siamo impegnati sia a livello nazionale che nei singoli territori, per esprimere tutta la solidarietà dei lavoratori e delle lavoratrici alle donne iraniane.
Al prossimo congresso della Cgil, che si terrà a Rimini la prossima settimana, continueremo a lanciare forte il nostro messaggio di vicinanza e solidarietà e sostegno alla battaglia per i diritti delle donne iraniane, grazie anche al prezioso contributo e testimonianza dell’attivista iraniana Pegah Moshir Pour, che parlerà a tutte le nostre delegate e delegati della situazione drammatica del suo Paese. Un impegno, il nostro, del sindacato, anche a livello europeo e internazionale. Abbiamo conosciuto i sindacalisti indipendenti iraniani.
La lotta di tutte le donne
I lavoratori iraniani sono scesi in piazza al fianco delle donne. Perché sanno che le rivendicazioni delle donne, la liberazione delle donne è la strada per la liberazione e la trasformazione dell’intero Paese e dell’intera società, per un mondo, a partire dal mondo del lavoro più giusto e libero. Per questo oggi vogliamo anche ricordare anche la lotta delle donne curde, turche, siriane in questo momento drammatico dopo il devastante terremoto; donne che lottano nei loro Paesi contro regimi autoritari e politiche repressive; donne costrette a vivere il dramma della guerra.
Un messaggio di speranza
Voglio chiudere con un messaggio di speranza, come quello forte che ha lanciato Ghazaal, una giovane donna iraniana intervenuta nell’Assemblea delle donne della Cgil. Ghazaal è venuta in Italia per sfuggire al regime e per essere libera ma adesso vuole tornare nel suo Paese per contribuire alla sua ricostruzione democratica. Vogliamo un mondo dove le donne siano libere, vogliamo un mondo libero dalla guerra e vogliamo che tutte le Ghazaal del mondo possano dire: “Vivo libera e felice nel Paese che amo”.