PHOTO
La campagna “Ero straniero” presenta l’analisi dell’impatto degli interventi normativi in materia di ingressi per lavoro degli stranierei con i tre i click day fissati dal governo per il mese di dicembre “per provare ad accaparrarsi i (pochi) posti disponibili per assumere lavoratori e lavoratrici da paesi terzi in base alle quote previste dal decreto flussi per il 2023-25”
Nella conferenza stampa durante la quale è stato presentato il rapporto dal titolo ‘La lotteria dell'ingresso per lavoro in Italia: i veri numeri del decreto flussi’, è stato evidenziato come migliaia di persone non entrano in Italia dopo aver ottenuto il visto, mentre solamente il 30% delle domande esaminate portano alla sottoscrizione del contratto di soggiorno e quindi al rilascio del permesso di soggiorno.
‘Ero straniero - L'umanità che fa bene’, promossa da A Buon Diritto, Action Aid, Asgi, Federazione Chiese Evangeliche Italiane, Oxfam, Arci, Cnca, Cild, Fondazione Casa della carità "Angelo Abriani", Radicali Italiani con il sostegno di decine di organizzazioni, fa un lavoro di monitoraggio sull'efficacia del sistema dei decreti flussi, che rimane l’unica procedura prevista per aziende e famiglie che vogliano assumere personale dall’estero.
Per il 2022 e parte del 2023 emergono “i limiti di un sistema rigido e inefficace: nel 2022, solo un terzo delle persone autorizzate all’ingresso ha ottenuto contratto e documenti. Gli ultimi click day di dicembre, con oltre 600.000 domande inoltrate per 136.000 quote di ingresso disponibili, hanno, una volta di più, confermato la prima certezza legata al sistema del decreto flussi: le quote fissate per l’ingresso di lavoratori e lavoratrici da Paesi terzi vanno esaurite in pochi minuti e buona parte delle domande vengono escluse dalla procedura, nonostante vi siano aziende e famiglie disponibili a farsi carico dell’assunzione”.
In questo modo non si soddisfano le richieste di coloro che vogliono venire in Italia a lavorare e nemmeno quelle degli imprenditori che richiedono mano d’opera, ma c’è di più, perché un tale sistema “favorisce indirettamente il ricorso al lavoro nero e crea nuova irregolarità”. Inoltre non garantisce nemmeno “una gestione efficace degli ingressi in termini di lavoro regolare, stabile e tutelato e finisce per determinare nuova precarietà sociale e irregolarità”. Sono quindi necessari “canali diversificati, flessibili, in grado di far incontrare domanda e offerta e disegnati a partire non solo dalle esigenze del nostro mercato del lavoro, ma anche tenendo conto delle aspettative di una vita migliore nel nostro paese di lavoratrici e lavoratori e delle loro famiglie”. “Fondamentale, poi, un altro tassello: per chi è già in Italia e ha un rapporto di lavoro informale perché senza documenti, va introdotta la possibilità di firmare un contratto e di mettersi in regola in qualsiasi momento, senza dover aspettare l’ennesima sanatoria”.
Alla presentazione del rapporto, oltre a Giulia Gori (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia), Fabrizio Coresi (Action Aid), Francesco Mason (Asgi), Andrea Zini (Assindatcolf), è intervenuta anche la segretaria generale della Flai Cgil Frosinone latina, Laura Hardeep Kaur, la quale ha ricordato quanto siano insufficienti le tutele e l’attenzione per i lavoratori stranieri che sono impiegati nei campi nelle provincie dove agisce il suo sindacato.
Per Hardeep Kaur le procedure del decreto flussi sono “pensate per creare precariato e sfruttamento. Abbiamo contattato i richiedenti che promettono lavoro, ma non rispondono. Lo stesso le prefetture. Noi abbiamo dato voce a centinaia di persone entrate in Italia, ma ce ne sono altrettante che entrano clandestinamente e rimangono in condizioni di fragilità senza nemmeno potere rientrare nel proprio paese, perché si sono persino ipotecati la casa per pagarsi il viaggio verso l’Italia. Dalle prefetture ci sentiamo dire di provare la strada della richiesta di asilo politico: è paradossale che nemmeno da loro si abbiano delle risposte. Intanto questi migranti rimangono invisibili, non esistono”.
Quella che viene chiesta, insieme alla campagna Ero straniero, anche con una serie di proposte, è “un’importante riforma delle norme sui flussi di ingresso e anche per chi già si trova nel nostro paese, perché sono ormai troppi i migranti che entrano magari per un lavoro domestico e finiscono con l’essere sfruttati nell’Agro pontino”.