Roberta Lanzino ha 19 anni in quell'estate del 1988. Sta andando nella casa al mare assieme ai genitori. Loro in macchina, lei in scooter. Si separano per poco tempo. tanto basta perché della ragazza si perdano le tracce fino al mattino seguente. Fino a quando non viene ritrovata seviziata, struprata e uccisa lungo la strada che doveva portarla a San Lucido. Viveva a Rende di Cosenza. E oggi il centro antiviolenza nato nel capoluogo calabrese pochi mesi dopo quel femminicidio porta il suo nome. "Qui - dice la referente Chiara Gravina - le donne si sentono al sicuro, tutelate, non giudicate, accompagnate in un percorso di giustizia". Dove il lavoro manca e i servizi scarseggiano la vita delle donne che subiscono violenza è più difficile. Lo spiega Teodora Gagliardi, segretaria della Fp Cgil cosentina.
In nome di Roberta
25 novembre 2020 • 05:02