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La Rete sindacale per i diritti dei migranti nel Mediterraneo e nell’Africa sub-sahariana invia alle istituzioni europee le proprie proposte per il Nuovo patto europeo sulla migrazione e l'asilo che dovrebbe essere presentato il 23 settembre, come annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Numerosi i nodi affrontati nel documento della Rsmms, di cui la Cgil è tra i fondatori, che noi sintetizziamo così:
- libera circolazione delle persone: revisione del Codice dei visti Schengen, per ridurre il rischio di attraversamento irregolare delle frontiere, rafforzamento dei meccanismi per una migrazione sicura e legale, rinuncia all’esternalizzazione e subappalto della gestione dei visti ad agenzie private;
- politiche dei redditi e del mercato del lavoro: previsione di un dialogo con le parti sociali, sostenuto dalle organizzazioni sindacali dei Paesi di origine e di destinazione dei migranti, per sostenere e incentivare l’ingresso di migranti che richiedono un visto per sei mesi rinnovabili, offrire la possibilità di spostarsi entro lo spazio comunitario, supportare la ricerca di lavoro e l’integrazione nella comunità del Paese di destinazione nonché, con strumenti finanziari e programmi di cooperazione allo sviluppo, il ritorno e il reinserimento nei Paesi di origine;
- regolarizzazione dei migranti: stop alla criminalizzazione degli ingressi e del soggiorno irregolari e accesso ai meccanismi inclusivi nei Paesi di destinazione, linee guida più efficaci per l’applicazione della legislazione del lavoro e lotta contro l’economia informale;
- esternalizzazione delle frontiere e della cooperazione fra Stati: intervento sulle cause delle migrazioni quale obiettivo strategico per la regolamentazione delle migrazioni, rinuncia alla esternalizzazione dell’asilo (un esempio sono i patti bilaterali con la Libia);
- ruolo delle comunità locali e coordinamento con l'Ue: rafforzamento delle competenze giuridiche delle città per agevolare l’accesso ai servizi di base (salute, istruzione, alloggio, ecc.), diminuire le irregolarità, sostenere l’integrazione e informare l’opinione pubblica;
- eliminazione di tutte le forme di detenzione dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo: si richiede che il patto stabilisca misure alternative alla detenzione in via prioritaria;
- protezione sociale e assistenza ai migranti: monitoraggio e applicazione delle norme sul lavoro, rispetto degli standard di salute e sicurezza per tutti i lavoratori, diritto alla casa e alla salute, come anche alla giustizia per le vittime della tratta e del lavoro forzato, con maggiori tutele per chi ne denuncia organizzazioni e intermediari;
- riforma del regolamento di Dublino in tema di asilo: adozione immediata di un sistema comune di asilo obbligatorio (Raec) e attuazione della proposta di riforma approvata dal Parlamento Europeo nel 2017, con possibilità di scelta del luogo di asilo, promozione del ricongiungimento familiare e distribuzione equa e solidale dei rifugiati fra Paesi Ue.
Il documento si pone anche lo scopo di prevenire ogni conflitto con i lavoratori nazionali dovuto all’incoerenza fra politiche migratorie e dell’occupazione ed è stato sottoscritto da sigle sindacali di Belgio, Francia, Spagna, Italia e Portogallo, per parte europea e di Algeria, Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Mali, Marocco, Mauritania, Niger, Senegal,Togo e Tunisia per parte africana.