L’Italia sta smantellando lo stato di diritto. Pochi giorni fa il rapporto della Civil Liberties Union for Europe (Liberties) ha messo in evidenza come il nostro paese sia tra i cinque paesi europei – insieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia – dove si registra un preoccupante arretramento democratico.

Democrazie europee in pericolo

Secondo il rapporto, la democrazia è in pericolo a causa delle ultime scelte del governo: le interferenze politiche nella magistratura, l’indebolimento dell’applicazione delle leggi anticorruzione, l’attacco ai media e la censura nei confronti dell’informazione pubblica. 

E al di là di quanto contenuto nel rapporto, l’ultimo attacco frontale al Manifesto di Ventotene da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha messo in luce l’antieuropeismo dei partiti di maggioranza e la volontà di rinnegare la storia nazionale e internazionale. 

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La recessione democratica dell'Europa – spiegano nella sesta edizione del Rapporto sullo Stato di diritto – si è aggravata nel 2024. Le tendenze autoritarie si sono rese visibili nelle violazioni di giustizia, corruzione, libertà dei media, controlli, equilibri, spazio civico e diritti umani.
Ma si sa, tutto il mondo è Paese, e almeno in questo l’Unione Europa non è sola. Anche oltre oceano la situazione non è delle migliori.

America e Argentina, quali democrazie?

Per quanto riguarda le politiche di Donald Trump e Javier Milei ad esempio, sono preoccupanti le tendenze in merito ai diritti civili e all’istruzione.
Negli Stati Uniti, la nuova amministrazione Trump, tra le tante azioni che ha deciso di mettere in campo c’è quella contro le scuole e le università: il tycoon sta tentando di eliminare il dipartimento per l’Istruzione, che tra le altre cose gestisce i finanziamenti per borse di studio, prestiti universitari per chi ha redditi bassi, programmi per persone con disabilità, fondi per le scuole pubbliche.

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In Argentina, solo per citare una delle ultime notizie che ha destato preoccupazione, il governo di Javier Milei ha inserito in Gazzetta Ufficiale un documento dove le persone con disabilità cognitive vengono definite “ritardati”, “idioti”, “imbecilli” e “mentalmente deboli”.

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La repressione delle libertà

Sempre in tema di diritti, tornando in Europa, in Ungheria, il Parlamento – con 136 voti favorevoli e soli 27 contrari – ha approvato la legge, presentata dal governo di Viktor Orbán, che rende illegali i Pride sulla base legge approvata nel 2021 contro la "promozione ed esibizione" dell'omosessualità ai minori.
In Turchia invece 300 mila persone sono scese in piazza per protestare contro
l’arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul e avversario del presidente Erdogan. Arrestato con l’accusa di corruzione e terrorismo insieme a quasi cento suoi collaboratori e membri del partito, Imamolglu ha chiesto alla magistratura di “non restare in silenzio” di fronte a quella che ha definito “una tirannia”.

La rete dei sindacati antifascisti

Questi sono solo alcuni degli ultimi eventi di cui si hanno notizie ma la democrazia sembra essere in pericolo da diversi anni. In tutto il mondo, infatti, le forze di estrema destra, nazionaliste e sovraniste promuovono idee di discriminazione, intolleranza, repressione e limitazione delle libertà.
Una denuncia che la Rete Internazionale dei Sindacati Antifascisti, promossa dalla Cgil e nata dopo l’assalto squadrista del 9 ottobre 2021 alla sede del sindacato, già segnala da tempo.

Nel suo Manifesto, presentato nel 2022 la rete denunciava “l’allarmante incremento anno dopo anno di movimenti neofascisti e di estrema destra” e “richiami alle peggiori esperienze del passato o attraverso sigle e movimenti nuovi che da quel passato traggono però ispirazione”.
Un fenomeno, é scritto sul manifesto, “che si articola in modi diversi paese per paese, secondo le esperienze storiche e le condizioni sociali locali, ma ha una chiara matrice identica nella negazione delle libertà e dei diritti universali e mantiene un profondo legame transnazionale: non solo nelle relazioni e nei richiami, ma nelle finalità, nelle strategie e nelle modalità di proselitismo”.
Movimenti e governi che “insidiano le democrazie attraverso l’esaltazione di un sistema totalmente disintermediato, costruito nel rapporto diretto leader forte-popolo”.
E proprio per contrastare questa deriva che i sindacati di diversi paesi si sono uniti nella Rete con l’obiettivo di creare “una dimensione collettiva ed internazionale, dunque, universale, unica in grado di costruire per tutte e tutti le risposte necessarie al superamento delle ingiustizie e disuguaglianze”.

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Costruire una rete sempre più ampia che possa coinvolgere sindacati, associazioni, cittadine e cittadini che credono nei principi democratici e antifascisti. La difesa dell’Europa di Ventotene e del mondo libero, più che dal riarmo, passa da qui.